Agricoltura in ginocchio per il freddo: persi i raccolti di carciofi e puntarelle

Agricoltura in ginocchio per il freddo: persi i raccolti di carciofi e puntarelle Gravissimi i danni all’agricoltura nel territorio dei Castelli romani, indotti dall’eccezionale ondata di maltempo. Molti raccolti sono andati già distrutti. Adesso gli agricoltori, alzano gli occhi al cielo e temono per le ulteriori preannunciate gelate che potrebbero portare al disastro totale. IL BILANCIO Le perdite maggiori si sono registrate nel settore dell’orticoltura. Distrutte quasi totalmente le coltivazioni di puntarelle, carciofi romani, carciofi violetti, finocchi, fave, piselli, broccoli tardivi e tutte le verdure a foglia larga. Probabilmente questa situazione porterà a un aumento del prezzo di queste produzioni tipiche romane. Gli agricoltori sono sull’orlo di una crisi di nervi e molti si lamentano di non aver ancora ricevuto i rimborsi dalla Regione Lazio per la gela ta di aprile 2017 per la siccità dello scorso anno. Le temperature notturne che nella zona dei Castelli romani hanno toccato in questi giorni punte minime di meno 11 gradi hanno anche danneggiato seriamente le produzioni frutticole, in special modo le varietà di primizie che avevano già iniziato il ciclo vegetativo. «Molti alberi di susine, albicocche e pesche – dice Claudio Cappellini, produttore frutticolo di Colonna – erano già in fiore e il raccolto è andato irrimediabilmente perduto. Nei prossimi giorni i danni potrebbero essere ancora maggiori. L’agricoltura è in ginocchio. Siamo sempre più soli perché nessuno si prende cura dei nostri problemi». Roberto Roteili della Coldiretti di Frascati fa anche notare che «L’inverno particolarmente mite e piovoso ha favorito la fioritura di molte piante ornamentali, con un discreto valore di mercato, che adesso sono state bruciate dal freddo arrivato improvvisamente». Per il momento sono tranquilli solo i viticoltori perché la neve e le temperature rigide non creano problemi soprattutto agli impianti più antichi. Preoccupazione invece c’è tra gli olivicoltori che ricordano benissimo la gelata del 2012, quando le temperature notturne scesero intorno ai 12 -13 gradi sottozero, facendo seccare centinaia di alberi. «Un detto antico – afferma Giovanni Di Turi, agricoltore di Lanuvio – insegna che gli ulivi non si toccano prima di Pasqua. Qualche contadino ha iniziato la potatura, favorendo l’avvio del ciclo produttivo, mettendo in grave difficoltà le piante che adesso rischiano seriamente».

FONTE: MESSAGGERO – Luigi Jovino