Al CAR 8mila metri quadrati presto dedicati ai prodotti naturali

    Al CAR 8mila metri quadrati presto dedicati ai prodotti naturaliarticolo20160315Al CAR 8mila metri quadrati presto dedicati ai prodotti naturalimassimo pallottini

    Guidonia, 15 marzo 2016. Fabio Massimo Pallottini, classe 1959, laurea in giurisprudenza, esperto in sviluppo territoriale, è dal 1997 direttore generale del CAR, il Centro Agroalimentare di Roma. Condivide con il presidente Walter Giammaria la gestione di un polo di 140 ettari con più di 400 aziende con un giro d'affari di 2 miliardi e un fatturato di 17 milioni. Anche qui si punta sul bio: a breve sarà avviato "Viviromano", un polo multifunzionale da 3mila metri quadrati con una capacità di lavorazione di 5.000 tonnellate di prodotto ed un fatturato da 9 milioni.

    Quali sono le potenzialità del bio nel Lazio?
    "Per produzione e consumo il biologico presenta grosse potenzialità. Il Car sta consolidando il suo ruolo di piattaforma del biologico per il centro e sud Italia, svolgendo un ruolo strategico per il settore perché è in grado di semplificare e ottimizzare tutti i passaggi della filiera logistica e distributiva in un'unica struttura. Se qualcosa manca al settore "bio" infatti, si tratta della distribuzione e della logistica adeguate. Sono attività svolte ancora in forme poco organizzate e non ottimizzate. Anche per questo il biologico è più costoso".

    Quanto alla questione dei controlli e delle certificazioni?
    "In base alla mia esperienza la filiera bio è molto solida e ha i suoi controlli validi. Serve però un'attività di controllo sui controllori da parte di organismi pubblici e per far questo bisogna potenziare i controlli incrociati".

    Il Car aspira a diventare la piattaforma logistica del bio per il centro-sud?
    "Negli ultimi mesi sono aumentate le aziende che stanno investendo all'interno del Car soprattutto nel comparto distribuzione. C'era già una struttura multifunzionale, "Biosolidale", che si espande. Con "Viviromano" arriva una nuova piattaforma, con i produttori Agribologna, Conor e Apofruit. Ci saranno presto 8mila metri quadrati destinati al biologico. Saremo una delle piattaforme logistico- distributive più grandi d'Italia. Nel nostro sviluppo c'è anche ne la trasformazione alimentare: l'ultima iniziativa è del gruppo Capecchi che sta creando un nuovo impianto manifatturiero".

    Questa del bio è solo un aspetto della vostra trasformazione?
    "Il Car non è più il vecchio mercato generale ma fa parte dei mercati di terza generazione con attività come la lavorazione del prodotto, imbustato, lavato e pronto. È un'evoluzione naturale che non avviene solo in Italia. Noi siamo un centro per la vendita all'ingrosso e rimarremo su questa linea, senza togliere spazio a chi vende al dettaglio. Ma la modernizzazione è necessaria. Non si può rimanere focalizzati sulla pura vendita ma investire sui servizi innovativi, sulla lavorazione dei prodotti, su logistica e orari adeguati".

    Quali sono le prossime sfide?
    "Ospiteremo un albergo, il cui compito non è intercettare i turisti ma completare l'offerta di un grande polo di servizi. Vogliamo potenziare i servizi per gli alberghi, i ristoranti, il catering, le mense. Stiamo lavorando a una piattaforma per diventare la casa della ristorazione tipica romana. E stiamo puntando sulla vendita all'estero del nostro know- how, con servizi qualificati, tecnologie e modelli organizzativi da commercializzare contestualmente agli accordi bilaterali firmati dal governo.


    Fonte: La Repubblica – Salvatore Giuffrida

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    Al CAR 8mila metri quadrati presto dedicati ai prodotti naturaliarticolo20160315Al CAR 8mila metri quadrati presto dedicati ai prodotti naturalimassimo pallottini

    Guidonia, 15 marzo 2016. Fabio Massimo Pallottini, classe 1959, laurea in giurisprudenza, esperto in sviluppo territoriale, è dal 1997 direttore generale del CAR, il Centro Agroalimentare di Roma. Condivide con il presidente Walter Giammaria la gestione di un polo di 140 ettari con più di 400 aziende con un giro d'affari di 2 miliardi e un fatturato di 17 milioni. Anche qui si punta sul bio: a breve sarà avviato "Viviromano", un polo multifunzionale da 3mila metri quadrati con una capacità di lavorazione di 5.000 tonnellate di prodotto ed un fatturato da 9 milioni.

    Quali sono le potenzialità del bio nel Lazio?
    "Per produzione e consumo il biologico presenta grosse potenzialità. Il Car sta consolidando il suo ruolo di piattaforma del biologico per il centro e sud Italia, svolgendo un ruolo strategico per il settore perché è in grado di semplificare e ottimizzare tutti i passaggi della filiera logistica e distributiva in un'unica struttura. Se qualcosa manca al settore "bio" infatti, si tratta della distribuzione e della logistica adeguate. Sono attività svolte ancora in forme poco organizzate e non ottimizzate. Anche per questo il biologico è più costoso".

    Quanto alla questione dei controlli e delle certificazioni?
    "In base alla mia esperienza la filiera bio è molto solida e ha i suoi controlli validi. Serve però un'attività di controllo sui controllori da parte di organismi pubblici e per far questo bisogna potenziare i controlli incrociati".

    Il Car aspira a diventare la piattaforma logistica del bio per il centro-sud?
    "Negli ultimi mesi sono aumentate le aziende che stanno investendo all'interno del Car soprattutto nel comparto distribuzione. C'era già una struttura multifunzionale, "Biosolidale", che si espande. Con "Viviromano" arriva una nuova piattaforma, con i produttori Agribologna, Conor e Apofruit. Ci saranno presto 8mila metri quadrati destinati al biologico. Saremo una delle piattaforme logistico- distributive più grandi d'Italia. Nel nostro sviluppo c'è anche ne la trasformazione alimentare: l'ultima iniziativa è del gruppo Capecchi che sta creando un nuovo impianto manifatturiero".

    Questa del bio è solo un aspetto della vostra trasformazione?
    "Il Car non è più il vecchio mercato generale ma fa parte dei mercati di terza generazione con attività come la lavorazione del prodotto, imbustato, lavato e pronto. È un'evoluzione naturale che non avviene solo in Italia. Noi siamo un centro per la vendita all'ingrosso e rimarremo su questa linea, senza togliere spazio a chi vende al dettaglio. Ma la modernizzazione è necessaria. Non si può rimanere focalizzati sulla pura vendita ma investire sui servizi innovativi, sulla lavorazione dei prodotti, su logistica e orari adeguati".

    Quali sono le prossime sfide?
    "Ospiteremo un albergo, il cui compito non è intercettare i turisti ma completare l'offerta di un grande polo di servizi. Vogliamo potenziare i servizi per gli alberghi, i ristoranti, il catering, le mense. Stiamo lavorando a una piattaforma per diventare la casa della ristorazione tipica romana. E stiamo puntando sulla vendita all'estero del nostro know- how, con servizi qualificati, tecnologie e modelli organizzativi da commercializzare contestualmente agli accordi bilaterali firmati dal governo.


    Fonte: La Repubblica – Salvatore Giuffrida

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