Cocomeri, ciliegie, orate e spigole allevate: timori sul food ellenico solo dalla logistica

    Cocomeri, ciliegie, orate e spigole allevate: timori sul food ellenico solo dalla logisticaarticolo20150709Cocomeri, ciliegie, orate e spigole allevate: timori sul food ellenico solo dalla logisticaRoma, 9 luglio 2015. Tra pesce e ortofrutta, per volumi (2%) e valori (anche meno), la rilevanza...Bandiera greca tonda

    Il topmanager del CAR nega o minimizza i rischi di un’invasione di produzioni scadenti 
    Pallottini: “A livello alimentare, Grexit non è una minaccia”

    Roma,  9 luglio 2015. Tra pesce e ortofrutta, per volumi (2%) e valori (anche meno), la rilevanza del fresco ellenico sul movimento totale (20 milioni annui di quintali e 2 miliardi di euro di giro d’affari) di merci nel Centro Agroalimentare Roma è solo una goccia in mare. Ma – secondo le documentate assicurazioni ufficiali del topmanager, Massimo Pallottini, davanti alla confusa ridda di rivelazioni, previsioni, notizie anche drammatiche per il popolo greco dal lato sociopolitico – quella goccia non è né può diventare tossica per il consumatore e o il commerciante che seguiterà a comprare nell’Agromercato romano alimenti freschi di origine greca. Di cosa, dal CAR, il “food ellenico” rifornisca la rete di distribuzione al consumo e gli esercizi di ristorazione e  somministrazione di Roma, del Lazio e dell’Italia Centrale, l’Ufficio marketing di via Tenuta del Cavaliere ha dato oggi un quadro preciso studiando fatture. Il foglio Excel cita orate (Tsipoula) e spigole allevate (Lavraki) nell’area di Tesprozia, i cocomeri del Peloponneso, le ciliegie di Macedonia. “Sono prodotti freschi dotati dei certificati di qualità ineludibili – spiega Pallottini – per esportar in Europa. Convenienti nei prezzi, di qualità discreta e buona affidabilità, nel CAR occupano il piccolo segmento di una  nicchia. Se anche la Grecia uscisse o fosse esclusa dall’Unione o dall’Eurozona, è assurdo temere il crollo delle garanzie con cui vende frutta e pesce agli europartner. Non sono “eccellenze”. Ma prodotti di qualità media, che perderebbero ogni sbocco europeo appena privati dei certificati di qualità per aumenti di antibiotici nei vivai o di pesticidi nei campi”. Ciò che invece segnalano i grossisti del CAR con fornitori in  Grecia è il rischio che pesa sui settori economici locali più forti nell’export. “Salvo i vivaisti che si fanno pagare e fatturano all’estero specie a Cipro – rivela un grossista di pesce del CAR che vuole l’anonimato – gli allevamenti ittici sono in crisi. Mancano del prodotto per carenza di materie prime: mangimi, alghe, avannotti e la penuria di benzina frena i trasporti interni”. Anche un collega del Mercato ortofrutticolo sa dei  problemi dei fornitori ellenici: “I movimenti bancari fermi, il credito chiuso, il liquido che manca alzano i prezzi ai consumi interni. Inimmaginabile l’invasione dell’Italia di cibi greci”. E se tra le aziende di spedizioni e trasporti nel CAR c’è qualche dubbio sui servizi logistici dalla Grecia (il caldo esalta i difetti alla catena del freddo…), Pallottini sorride dei produttori italiani timorosi di eccessi di concorrenza alimentare ellenica al ribasso. “Veramente – si destreggia – io so di produttori italiani che si fregano le mani per le difficoltà dei colleghi greci. Non è bello, ma è negli usi del commercio…”.

     

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    Cocomeri, ciliegie, orate e spigole allevate: timori sul food ellenico solo dalla logisticaarticolo20150709Cocomeri, ciliegie, orate e spigole allevate: timori sul food ellenico solo dalla logisticaRoma, 9 luglio 2015. Tra pesce e ortofrutta, per volumi (2%) e valori (anche meno), la rilevanza…Bandiera greca tonda

    Il topmanager del CAR nega o minimizza i rischi di un’invasione di produzioni scadenti 
    Pallottini: “A livello alimentare, Grexit non è una minaccia”

    Roma,  9 luglio 2015. Tra pesce e ortofrutta, per volumi (2%) e valori (anche meno), la rilevanza del fresco ellenico sul movimento totale (20 milioni annui di quintali e 2 miliardi di euro di giro d’affari) di merci nel Centro Agroalimentare Roma è solo una goccia in mare. Ma – secondo le documentate assicurazioni ufficiali del topmanager, Massimo Pallottini, davanti alla confusa ridda di rivelazioni, previsioni, notizie anche drammatiche per il popolo greco dal lato sociopolitico – quella goccia non è né può diventare tossica per il consumatore e o il commerciante che seguiterà a comprare nell’Agromercato romano alimenti freschi di origine greca. Di cosa, dal CAR, il “food ellenico” rifornisca la rete di distribuzione al consumo e gli esercizi di ristorazione e  somministrazione di Roma, del Lazio e dell’Italia Centrale, l’Ufficio marketing di via Tenuta del Cavaliere ha dato oggi un quadro preciso studiando fatture. Il foglio Excel cita orate (Tsipoula) e spigole allevate (Lavraki) nell’area di Tesprozia, i cocomeri del Peloponneso, le ciliegie di Macedonia. “Sono prodotti freschi dotati dei certificati di qualità ineludibili – spiega Pallottini – per esportar in Europa. Convenienti nei prezzi, di qualità discreta e buona affidabilità, nel CAR occupano il piccolo segmento di una  nicchia. Se anche la Grecia uscisse o fosse esclusa dall’Unione o dall’Eurozona, è assurdo temere il crollo delle garanzie con cui vende frutta e pesce agli europartner. Non sono “eccellenze”. Ma prodotti di qualità media, che perderebbero ogni sbocco europeo appena privati dei certificati di qualità per aumenti di antibiotici nei vivai o di pesticidi nei campi”. Ciò che invece segnalano i grossisti del CAR con fornitori in  Grecia è il rischio che pesa sui settori economici locali più forti nell’export. “Salvo i vivaisti che si fanno pagare e fatturano all’estero specie a Cipro – rivela un grossista di pesce del CAR che vuole l’anonimato – gli allevamenti ittici sono in crisi. Mancano del prodotto per carenza di materie prime: mangimi, alghe, avannotti e la penuria di benzina frena i trasporti interni”. Anche un collega del Mercato ortofrutticolo sa dei  problemi dei fornitori ellenici: “I movimenti bancari fermi, il credito chiuso, il liquido che manca alzano i prezzi ai consumi interni. Inimmaginabile l’invasione dell’Italia di cibi greci”. E se tra le aziende di spedizioni e trasporti nel CAR c’è qualche dubbio sui servizi logistici dalla Grecia (il caldo esalta i difetti alla catena del freddo…), Pallottini sorride dei produttori italiani timorosi di eccessi di concorrenza alimentare ellenica al ribasso. “Veramente – si destreggia – io so di produttori italiani che si fregano le mani per le difficoltà dei colleghi greci. Non è bello, ma è negli usi del commercio…”.

     

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