PRODUZIONE E COMMERCIO ALIMENTARE NELL’IMPERO ROMANO

Interessanti spunti di riflessione sono emersi a tergo del convegno studi tenutosi a cura di CAR ScpA e della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.

Il Presidente del Centro Agroalimentare Roma ha aperto i lavori. “Saluto con vivo piacere le Autorità presenti, il Sindaco di Guidonia Montecelio dr. Michel Barbet, la Soprintendente dr.ssa Arch. Margherita Eichberg, il Responsabile dei Servizi Educativi per il Museo e il Territorio, archeologo autore di numerosi libri di storia e natura, dr. Zaccaria Mari. Una bella opportunità oggi per tornare a parlare del Centro Agroalimentare di Roma come di un sito di interesse e rilievo storico artistico culturale degno di nota”. 

“Non soltanto evidentemente il più importante HUB agroalimentare italiano per la commercializzazione all’ingrosso del prodotto fresco – quarto in Europa per estensione e movimentazione – ma anche, unico caso al mondo, responsabile conservatore della tutela di un patrimonio indissolubile che appartiene e quindi deve restare nella disponibilità innanzi tutto del territorio di riferimento e poi dell’intera area metropolitana di Roma”.

“Tutela e valorizzazione di  preesistenze archeologiche in terreni di pertinenza di grandi iniziative edilizie erano volenterosi spunti innovativi quando, tra gli anni ’90 e duemila, iniziarono le progettazioni e i lavori di realizzazione del CAR” – ha premesso il Direttore Generale Fabio Massimo Pallottini – “e poiché già allora tali  principi, in seguito diventati prescrizioni di legge, si rivelarono e utili alla corretta costruzione delle opere in collaborazione con la Soprintendenza, a maggior ragione li applicheremo ora. Ci impegneremo – ha proseguito –  in un piano economico triennale di scavi e opere di valorizzazione della cosiddetta Villa Galloniana (fattoria del III sec. d.C. riemersa da un diverticolo della Via Tiburtina che promette altri tesori oltre quelli scoperti) dopo aver già spostato in luogo idoneo alle visite un impianto termale di epoca romana e aver riempito una teca di oggetti d’uso e artistici reperti ritrovati nella zona”.

In effetti due eventi importanti hanno anticipato il convegno odierno. L’inaugurazione delle cosiddette “Terme del Cavaliere”, una fedele ricomposizione di strutture in opera laterizia di età romana e l’inaugurazione della teca collocata nella zona antistante la Sala Congressi, ove sono stati collocati alcuni dei reperti provenienti dalla “Villa del Cavaliere” rinvenute durante la realizzazione di alcuni manufatti del Mercato.

Si tratta degli esiti di interventi che, finanziati da CAR e diretti dalla Soprintendenza, hanno voluto valorizzare e restituire alla cittadinanza reperti importanti ed attrattivi per questo territorio, in cui è nota la presenza di numerose villae di età romana, metà fattorie e metà residenze.

Con tali premesse, la Sopraintendente Eichberg ha auspicato confronto tra enti e interessi pubblici degni di pari rispetto e uguali tutele nello studio, nella conoscenza, nella verifica preventiva dei territori.

Il sindaco Michel Barbet ha garantito condivisione e unità d’intenti. “E’ valutazione ormai condivisa” – ha detto – “che l’identità storica e le vocazioni culturali dei territori non incentivino solo il turismo. Ma anche attività di impresa che danno lavoro”.

Nella seconda parte del convegno, gli studiosi Zaccaria Mari, Valentina Cipollari, Angelo Pellegrino, Alessio De Cristofaro, Marina Sapelli, Cristina M. Labarga hanno descritto approfonditamente tutte le antiche vocazioni commerciali e agroalimentari tiburtine.