L’Ambasciatore filippino ha visitato il CAR con dei produttori di banane

    L'Ambasciatore filippino ha visitato il CAR con dei produttori di banane20120626L'Ambasciatore filippino ha visitato il CAR con dei produttori di bananeCon la discrezione e la sorridente cortesia degli orientali, l'Ambasciata della Repubblica delle Filippine a Roma oggi ha curato una visita di lavoro al Centro Agroalimentare Roma di una delegazione guidata dall'Ambasciatore Virgilio A. Reyes

    Guidonia 26 giugno 2012.  Con la discrezione e la sorridente cortesia degli orientali, l'Ambasciata della Repubblica delle Filippine a Roma – che in questi giorni celebra il 65° anniversario dell'avvio dei rapporti diplomatici con l'Italia ed ha festeggiato il l 114° anniversario dell'indipendenza giorni fa – oggi ha curato una visita di lavoro al Centro Agroalimentare Roma di una delegazione guidata dall'Ambasciatore Virgilio A. Reyes (nella foto in apertura). Con lui, una trentina tra incaricati d'affari, attaché (al Commercio e all'Agricoltura), consiglieri di ambasciata, dirigenti, funzionari, imprenditori.  Cioè produttori, distributori, esportatori dei maggiori gruppi filippini bananicoli: Fine Line Asia, Tadeco, Philippine Banana. In Italia, quello delle banane fresche (vengono innanzitutto da Ecuador, Colombia e Costa Rica) è un mercato da 662.000 tonnellate annue e 13,5 miliardi di euro – tanto che per gli italiani non é più "frutta esotica" – ma in cui le Filippine pesano meno di quanto vorrebbero: solo 42,7 tonnellate. Multinazionali come Dole, Chiquita, Del Monte e gruppi come l'italiana "Fratelli Orsero" del "GF Group" (al quale nel CAR fanno capo tre stand "Fruttital") si contendono invece il ricco mercato globale quasi senza stagioni esteso da impieghi diversi del frutto in gelati, youghurt, semifreddi, frullati. Certi di poter avere più spazi nel mercato con i prodotti delle loro piantagioni – la varietà filippina è una banana Cavendish poco più piccola, carnosa, dolce delle altre – con i loro Ministeri e la loro Ambasciata a Roma gli operatori filippini  hanno scelto il Centro Agroalimentare di Roma come principale accesso al mercato italiano e a quello dell'Europa del Sud. Di qui, la prossima firma di una lettera di intenti tra i vertici del CAR e l'Ambasciata filippina a Roma che presto a Manila diventerà un Protocollo di intesa con principi condivisi, impegni bilaterali ed obblighi reciproci. Tutt'altro che simbolica e turistica, però, l'odierna attività di tre ore che nel CAR ha visto al lavoro manager di Cargest e funzionari diplomatici. Ma anche una decina di grossisti del CAR con produttori ed esportatori filippini. Finita l'intensa sessione – aperta dal Consigliere incaricato per la internazionalizzazione del CAR, Arturo Carpignoli, sottolineando l'ormai conquistata proiezione mondiale dell'agromercato romano e il suo impegno a internazionalizzare i prodotti laziali – l'attachè John P. Inigo (nella foto in basso) ha contato 12 contatti aperti nei "faccia a faccia" tra i privati. Quanto alle aperture agli interessi del CAR, l'Ambasciatore Reyes si è detto ammirato dai moderni sistemi di valorizzazione del fresco  alimentare e dagli assetti  tecnologico-organizzativi in uso nell'Agromercato di Guidonia. E ha auspicato che nei prossimi scambi oltre alla frutta circolino anche informazioni, tecnologie, sistemi, idee. "Nel CAR – ha detto – vedo un ponte tra le Filippine e l'Italia da percorrere nei due sensi". Meno poetici, tre manager filippini hanno già iniziato a valutare l'opportunità di importare dal CAR mele, pere e forse dell'altro. "Più costose di quelle cinesi – ha detto uno di loro – e più buonissime…". Soddisfatti e ottimisti i grossisti. In un mese, manager Cargest hanno trattato a livello commerciale e diplomatico con soggetti ufficiali di Emirati Arabi, Filippine, Egitto.   

     

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    L’Ambasciatore filippino ha visitato il CAR con dei produttori di banane20120626L’Ambasciatore filippino ha visitato il CAR con dei produttori di bananeCon la discrezione e la sorridente cortesia degli orientali, l’Ambasciata della Repubblica delle Filippine a Roma oggi ha curato una visita di lavoro al Centro Agroalimentare Roma di una delegazione guidata dall’Ambasciatore Virgilio A. Reyes

    Guidonia 26 giugno 2012.  Con la discrezione e la sorridente cortesia degli orientali, l'Ambasciata della Repubblica delle Filippine a Roma – che in questi giorni celebra il 65° anniversario dell'avvio dei rapporti diplomatici con l'Italia ed ha festeggiato il l 114° anniversario dell'indipendenza giorni fa – oggi ha curato una visita di lavoro al Centro Agroalimentare Roma di una delegazione guidata dall'Ambasciatore Virgilio A. Reyes (nella foto in apertura). Con lui, una trentina tra incaricati d'affari, attaché (al Commercio e all'Agricoltura), consiglieri di ambasciata, dirigenti, funzionari, imprenditori.  Cioè produttori, distributori, esportatori dei maggiori gruppi filippini bananicoli: Fine Line Asia, Tadeco, Philippine Banana. In Italia, quello delle banane fresche (vengono innanzitutto da Ecuador, Colombia e Costa Rica) è un mercato da 662.000 tonnellate annue e 13,5 miliardi di euro – tanto che per gli italiani non é più "frutta esotica" – ma in cui le Filippine pesano meno di quanto vorrebbero: solo 42,7 tonnellate. Multinazionali come Dole, Chiquita, Del Monte e gruppi come l'italiana "Fratelli Orsero" del "GF Group" (al quale nel CAR fanno capo tre stand "Fruttital") si contendono invece il ricco mercato globale quasi senza stagioni esteso da impieghi diversi del frutto in gelati, youghurt, semifreddi, frullati. Certi di poter avere più spazi nel mercato con i prodotti delle loro piantagioni – la varietà filippina è una banana Cavendish poco più piccola, carnosa, dolce delle altre – con i loro Ministeri e la loro Ambasciata a Roma gli operatori filippini  hanno scelto il Centro Agroalimentare di Roma come principale accesso al mercato italiano e a quello dell'Europa del Sud. Di qui, la prossima firma di una lettera di intenti tra i vertici del CAR e l'Ambasciata filippina a Roma che presto a Manila diventerà un Protocollo di intesa con principi condivisi, impegni bilaterali ed obblighi reciproci. Tutt'altro che simbolica e turistica, però, l'odierna attività di tre ore che nel CAR ha visto al lavoro manager di Cargest e funzionari diplomatici. Ma anche una decina di grossisti del CAR con produttori ed esportatori filippini. Finita l'intensa sessione – aperta dal Consigliere incaricato per la internazionalizzazione del CAR, Arturo Carpignoli, sottolineando l'ormai conquistata proiezione mondiale dell'agromercato romano e il suo impegno a internazionalizzare i prodotti laziali – l'attachè John P. Inigo (nella foto in basso) ha contato 12 contatti aperti nei "faccia a faccia" tra i privati. Quanto alle aperture agli interessi del CAR, l'Ambasciatore Reyes si è detto ammirato dai moderni sistemi di valorizzazione del fresco  alimentare e dagli assetti  tecnologico-organizzativi in uso nell'Agromercato di Guidonia. E ha auspicato che nei prossimi scambi oltre alla frutta circolino anche informazioni, tecnologie, sistemi, idee. "Nel CAR – ha detto – vedo un ponte tra le Filippine e l'Italia da percorrere nei due sensi". Meno poetici, tre manager filippini hanno già iniziato a valutare l'opportunità di importare dal CAR mele, pere e forse dell'altro. "Più costose di quelle cinesi – ha detto uno di loro – e più buonissime…". Soddisfatti e ottimisti i grossisti. In un mese, manager Cargest hanno trattato a livello commerciale e diplomatico con soggetti ufficiali di Emirati Arabi, Filippine, Egitto.   

     

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