IL MERCATO ITTICO … QUESTO SCONOSCIUTO ?!?

E’ sempre un piacere svolgere il turno di notte perché è l’unico momento in cui possiamo incontrare gli operatori del Mercato Ittico che resta chiuso di giorno.

Rispetto infatti al Mercato Ortofrutticolo il comparto ittico ha mantenuto l’orario di sempre che è quello notturno, vale a dire dalle 2.30 alle 8.00 il martedì ed il giovedì e dalle 3.30 alle 8.00 per gli altri giorni. Lunedì e domenica il mercato resta chiuso, mentre il sabato – dalle 7.00 alle 12.00 – si aprono le porte al consumatore finale.

Il periodo non è dei migliori. E’ in atto il “fermo biologico” della pesca che impedisce le attività, in parte fino al 10 settembre ed in parte fino all’8 ottobre. In mostra sulle banchine non c’è quindi molta varietà ed alcuni operatori preferiscono approfittare per prendersi un momento di vacanza.

Passeggiando nella galleria ci siamo fermati al box 49 per scambiare due parole con Mario d’Andrassi (a sinistra nella foto con il nipote Marco) che di mercato se ne intende. Non dimostra i suoi anni, ha un aspetto giovanile, un bel sorriso e occhi azzurri. Tra pochi giorni sarà il suo compleanno e noi approfittiamo per fargli gli auguri. Figlio di padre armatore, con suo fratello Luigi decide, nel 1976, di iniziare l’attività di operatore ai Mercati di Via Ostiense. Il suo mare preferito è quello di Anzio e di Terracina dove, per lungo tempo, ha gestito l’asta del pesce.

NONOSTANTE IL FERMO C’E’ VARIETA’ …

La mia azienda lavora prevalentemente pesce di paranza (pescato con la rete da pesca da fondo a strascico tirata da due piccole imbarcazioni), detta anche “piccola pesca”. Solo pesce di stagione che si impone sul mercato in specie in questo periodo di fermo biologico.

DI STAGIONE ????

Certo, anche il pesce ha le sue stagioni. Se non le si conosce si rischia di acquistare prodotto straniero o congelato. Una concorrenza difficile da sostenere perché i costi non sono neanche lontanamente rapportabili.  Per fare un esempio un’orata sottomisura al consumatore costa 35 euro al kg se nostrana e 14 euro al kg se proviene da altri mari. Lo stesso può dirsi per i gamberi e per altre tipologie che rientrano nella varietà del pesce proveniente dal Tirreno, dall’Adriatico, dal mare di Sardegna o dallo Jonio. Il Tirreno, essendo un mare profondo, dona al pesce dI carne bianca un sapore particolarmente delicato.

QUINDI IL FERMO BIOLOGICO RAPPRESENTA UN PROBLEMA PER IL SETTORE DELLA PESCA?

Certamente. Ancora di più perché il momento è difficile a causa del ridursi del pescato. Come dicevo prima concorrenza “sleale” se si pensa che il prodotto estero può essere venduto come italiano grazie all’assenza dell’obbligo di etichettatura dell’origine. Qui al Centro Agroalimentare vi sono le regole da rispettare ed il servizio ispettivo permanente dell’ASL effettua controlli microbiologici e chimici secondo il Piano regionale integrato e secondo quanto previsto dall’ufficio periferico del Ministero della Salute per i prodotti provenienti dalla Comunità Europea.  L’eventuale inosservanza può tradursi in sanzioni anche pesanti.

COSA SI POTREBBE FARE?

Basterebbe prendere coscienza che i volumi sono scarsi e non c’è più prodotto. Bisognerebbe semplicemente differenziare il blocco delle attività a seconda delle tipologie. Le modalità di fermo pesca risalgono a circa 30 anni fa e sono ormai superate in quanto non tengono conto che alcune specie si riproducono effettivamente in questo periodo, ma la maggior parte durante il resto dell’anno.

COME GESTORI NOI POTREMMO FARE LA NOSTRA PARTE?

Il Mercato all’Ingrosso è l’unico valido canale di distribuzione ma la gestione dovrebbe considerare ogni nostra esigenza. Abbiamo bisogno di un progetto di sviluppo come dell’osservanza delle norme, abbiamo la necessità di essere difesi da ogni tipologia di “mercato parallelo” sommesso e senza regole, con cui non possiamo lealmente confrontarci a pena di perdere la dignità di sani imprenditori.  Tornando al fermo biologico l’Ente gestore dovrebbe farsi portavoce, nelle opportune sedi, delle nostre istanze perché sono giuste e meritano l’attenzione dei governi.

COSA INTENDE MARIO PER PROGETTO DI SVILUPPO?

Io mi fermo qui. Mia figlia (ce la mostra molto orgoglioso in foto ed effettivamente ha ragione di esserlo) ha deciso di fare tutt’altro mestiere, ed infatti è medico. Non posso biasimarla. Mio nipote Marco, figlio di Luigi, sarà l’unico a proseguire l’attività del nonno. Per questo chiedo un progetto di sviluppo che sia, come dicono gli inglesi di development, integrale e sostenibile, lungimirante ed in certa misura garantista. Il Mercato all’ingrosso si trova a fare i conti non solo con lo “straniero” ma anche con la Grande Distribuzione con la quale devi battagliare sia per la qualità che per la solidità. Purtroppo una partita di pesce non pagata comporta una perdita con diversi zeri.

Il Mercato comincia ad animarsi e noi non vogliamo approfittare ulteriormente del tempo e della pazienza di Mario. Allora ci viene in mente di fargli un’ultima domanda.

LA NOSTRA ULTIMA DOMANDA E’ SENZA DOMANDA. MARIO DACCI LA RISPOSTA CHE VUOI

Grazie. Sono sempre pronto al dialogo perché sono fiducioso che step by step riusciremo insieme ad arrivare a cogliere i frutti di tanti sacrifici. Nostri e vostri, perché il fatto che siate qui con noi di notte dimostra la volontà di metterci impegno.

Grazie a te Mario. Grazie perché è vero che ci piace essere qui di notte ma dobbiamo ammettere che presto sarà mattina e saremo nuovamente alle nostre postazioni pronti a rispondere alle domande, agli impegni, alle esigenze dei NOSTRI Operatori.

L’UFFICIO SVILUPPO DI CAR