MESSER RADICCHIO

Citato già̀ da Plinio il Vecchio come “lattuga veneta”, il radicchio conserva la sua storia anche nell’origine latina del suo nome, “radicula” ovvero radice.

Anche oggi il suo caratteristico colore rosso tinge gli orti (e le tavole) in autunno e inverno. Nell’area di Treviso, il celebre radicchio locale (IGP) è utilizzato per preparare anche un amaro. In aggiunta, le radici del radicchio sono state spesso utilizzate – come per le cugine cicorie – per la preparazione del caffè!

Il radicchio può contare da un lato su bassi contenuti calorici (costituito al 90% di acqua comporta 23 cal per 100) e dall’altro su una buona dote di sali minerali (calcio, fosforo, potassio), oltre che di fibre e vitamine. Le sue caratteristiche nutrizionali si traducono in buone proprietà̀ diuretiche e disintossicanti oltre che – per la presenza di polifenoli – di doti antiossidanti.

Se ne contano diverse varietà: Treviso, Chioggia, Verona, Castelfranco. Dai mercati francesi a quelli californiani, infatti, il radicchio è conosciuto con il suo nome italiano e si denota proprio per le denominazioni territoriali originali:

  • Chioggia, dalla caratteristica forma rotonda (per cui è chiamato anche “rosa di Chioggia”);
  • Castelfranco, dal tipico colore vicino al bianco con striature rosse;
  • Treviso, differenziato a sua volta nella tipologia precoce (più̀ amara e con foglia più̀ larga) e tardiva (croccante e con foglie più̀ lunghe);
    • Verona, dal comune colore rosso e dal sapore un po’ amaro (con una simile distinzione tra varietà precoce e tardiva), e un po’ più̀ corto rispetto al radicchio di Treviso.