Seconda visita al Car della prestigiosa missione di Shangai in cerca di affari e acquisizioni

    Seconda visita al Car della prestigiosa missione di Shangai in cerca di affari e acquisizioniarticolo20150612Seconda visita al Car della prestigiosa missione di Shangai in cerca di affari e acquisizioniRoma, 12 giugno 2015. Sale l’attenzione cinese per il Centro Agroalimentare Roma, per i suoi...Venturini e cinese

    Non è l’enormità del Car a colpire i cinesi, è la sua efficienza

    Roma, 12 giugno 2015. Sale l’attenzione cinese per il Centro Agroalimentare Roma, per i suoi prodotti, le sue attività, le sue avanzate soluzioni tecnologiche e le sue reti di servizio. Soprattutto da Shangai, gli interessi coalizzati della finanza, dell’industria, dei trasporti, dei commerci, hanno volto verso il Car lo sguardo professionale di una “business community” non ancora sazia di sviluppo e rendimenti. In quanto piattaforma polifunzionale sempre più accreditata e versatile, la struttura romana è infatti giudicata in grado di garantire risultati a ogni settore di impresa citato. Per questo, dopo aver concluso un già cospicuo shopping di marchi agroalimentari europei – oltre agli oli italiani Berio e Sagra del Gruppo Salov, pure i prodotti a base di cereali dell’inglese Weetabix e il gruppo vinicolo francese Diva Bordeaux - confermando una disponibilità di 4 miliardi di euro l’anno per altre acquisizioni sempre nel “food” durante il quadriennio ed annunciando interessi già tecnicamente fondati e valutati per un novero di quattro, cinque aziende italiane da rilevare al 100% (o delle quali prender il controllo), il gruppo cinese “Brightfood” di Shangai con il vicepresidente Zhang Han Qiang ha visitato il Car con grande interesse, estrema attenzione e ammirazione esplicita.   Ad un gruppo che ha un “esercito” di 80.000 dipendenti, un “tesoro” di 20 miliardi di dollari di ricavi annui e in un paio d’anni vuole figurare tra le 500 holding più importanti al mondo, i 140 ettari di estensione del Centro Agroalimentare Roma non hanno fatto impressione. E all’orgogliosa spiegazione di chi - guidando in inglese lo study tour della comitiva d’affari di Shangai – ha generosamente stimato in 10 milioni di consumatori il potenziale mercato di riferimento del Car (Lazio, Abruzzo, Umbria, fette di Toscana e Campania), sorridendo con garbo diplomatico il signor Wang Xue Song, vicedirettore generale dello Shangai Xijao International Agricultural Products Center, ha risposto che il suo agromercato conta a Shangai su una clientela di 24 milioni di abitanti e nell’area regionale di 240 milioni! Così chiarita la disparità di grandezze tra i due interlocutori – padroni di casa ed ospiti - i signori Wang De Di (Capodivisione della Shangai Municipal Agricultural commission of economic & business affairs), Tim Xu (Vicedirettore del China Council for the International Trade Promotion) e Zhao Jiandong (Segretario generale dello Shangai Council for International Trade Promotion) hanno tenuto tutti e tre a spiegare che non sono state le dimensioni del Car a dirigere su di esso le attenzioni dei più grandi centri di programmazione economica della Repubblica Popolare Cinese, bensì un ampio insieme di vantaggiose opportunità che da Pechino – e prima ancora da Shangai - vorrebbero poter sfruttare con una ben affiatata partnership italocinese e con risultati di reciproco vantaggio. I due gruppi si sono dunque messi d’accordo per arrivare presto a condividere una “Lettera di intenti” a sfondo politico – relativamente all’impegno reciproco nel suggerire ai Governi una rapida rimozione degli  ostacoli normativi alla presenza in Cina ed in Italia di produzioni agroalimentari di opposta provenienza – ma soprattutto con obiettivi di sviluppo e di business a 360 gradi. Oltre allo scambio di prodotti e di partecipazioni, un successivo “Protocollo di intesa” indicherà infatti gli obiettivi definitivi ed i passaggi intermedi di un accordo che riguarderà anche gli scambi di tecnologie, soluzioni logistiche, servizi a rete e applicazioni organizzative nella logistica, nella catena del freddo, nella gestione computerizzata dei magazzini, nella rilevazione e nella comunicazione informatizzata dei prezzi. <Sul piano tecnologico siete più avanti voi – ha detto Il signor Jiandong – ma proprio per questo ci piacerebbe che fosse il Car di Roma a conquistare la possibilità di portare in Cina livelli organizzativi e tecnologici elevati come quelli che abbiamo visto nel Car. Oltre a scambiare prodotti con l’import-l’export, dobbiamo lavorare insieme per lo scambio di presenze commerciali e la collaborazione tecnologica”.

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    Seconda visita al Car della prestigiosa missione di Shangai in cerca di affari e acquisizioniarticolo20150612Seconda visita al Car della prestigiosa missione di Shangai in cerca di affari e acquisizioniRoma, 12 giugno 2015. Sale l’attenzione cinese per il Centro Agroalimentare Roma, per i suoi…Venturini e cinese

    Non è l’enormità del Car a colpire i cinesi, è la sua efficienza

    Roma, 12 giugno 2015. Sale l’attenzione cinese per il Centro Agroalimentare Roma, per i suoi prodotti, le sue attività, le sue avanzate soluzioni tecnologiche e le sue reti di servizio. Soprattutto da Shangai, gli interessi coalizzati della finanza, dell’industria, dei trasporti, dei commerci, hanno volto verso il Car lo sguardo professionale di una “business community” non ancora sazia di sviluppo e rendimenti. In quanto piattaforma polifunzionale sempre più accreditata e versatile, la struttura romana è infatti giudicata in grado di garantire risultati a ogni settore di impresa citato. Per questo, dopo aver concluso un già cospicuo shopping di marchi agroalimentari europei – oltre agli oli italiani Berio e Sagra del Gruppo Salov, pure i prodotti a base di cereali dell’inglese Weetabix e il gruppo vinicolo francese Diva Bordeaux – confermando una disponibilità di 4 miliardi di euro l’anno per altre acquisizioni sempre nel “food” durante il quadriennio ed annunciando interessi già tecnicamente fondati e valutati per un novero di quattro, cinque aziende italiane da rilevare al 100% (o delle quali prender il controllo), il gruppo cinese “Brightfood” di Shangai con il vicepresidente Zhang Han Qiang ha visitato il Car con grande interesse, estrema attenzione e ammirazione esplicita.   Ad un gruppo che ha un “esercito” di 80.000 dipendenti, un “tesoro” di 20 miliardi di dollari di ricavi annui e in un paio d’anni vuole figurare tra le 500 holding più importanti al mondo, i 140 ettari di estensione del Centro Agroalimentare Roma non hanno fatto impressione. E all’orgogliosa spiegazione di chi – guidando in inglese lo study tour della comitiva d’affari di Shangai – ha generosamente stimato in 10 milioni di consumatori il potenziale mercato di riferimento del Car (Lazio, Abruzzo, Umbria, fette di Toscana e Campania), sorridendo con garbo diplomatico il signor Wang Xue Song, vicedirettore generale dello Shangai Xijao International Agricultural Products Center, ha risposto che il suo agromercato conta a Shangai su una clientela di 24 milioni di abitanti e nell’area regionale di 240 milioni! Così chiarita la disparità di grandezze tra i due interlocutori – padroni di casa ed ospiti – i signori Wang De Di (Capodivisione della Shangai Municipal Agricultural commission of economic & business affairs), Tim Xu (Vicedirettore del China Council for the International Trade Promotion) e Zhao Jiandong (Segretario generale dello Shangai Council for International Trade Promotion) hanno tenuto tutti e tre a spiegare che non sono state le dimensioni del Car a dirigere su di esso le attenzioni dei più grandi centri di programmazione economica della Repubblica Popolare Cinese, bensì un ampio insieme di vantaggiose opportunità che da Pechino – e prima ancora da Shangai – vorrebbero poter sfruttare con una ben affiatata partnership italocinese e con risultati di reciproco vantaggio. I due gruppi si sono dunque messi d’accordo per arrivare presto a condividere una “Lettera di intenti” a sfondo politico – relativamente all’impegno reciproco nel suggerire ai Governi una rapida rimozione degli  ostacoli normativi alla presenza in Cina ed in Italia di produzioni agroalimentari di opposta provenienza – ma soprattutto con obiettivi di sviluppo e di business a 360 gradi. Oltre allo scambio di prodotti e di partecipazioni, un successivo “Protocollo di intesa” indicherà infatti gli obiettivi definitivi ed i passaggi intermedi di un accordo che riguarderà anche gli scambi di tecnologie, soluzioni logistiche, servizi a rete e applicazioni organizzative nella logistica, nella catena del freddo, nella gestione computerizzata dei magazzini, nella rilevazione e nella comunicazione informatizzata dei prezzi. <Sul piano tecnologico siete più avanti voi – ha detto Il signor Jiandong – ma proprio per questo ci piacerebbe che fosse il Car di Roma a conquistare la possibilità di portare in Cina livelli organizzativi e tecnologici elevati come quelli che abbiamo visto nel Car. Oltre a scambiare prodotti con l’import-l’export, dobbiamo lavorare insieme per lo scambio di presenze commerciali e la collaborazione tecnologica”.

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