Guidonia, 10 novembre 2015. Il melograno entra nella lista della spesa degli italiani. Relegato in cucina a elemento decorativo, il suo consumo dal 2014 a oggi ha registrato un'impennata superiore al 25%: nei mercati all'ingrosso, dove non veniva nemmeno quotato, il frutto è richiestissimo. Stesso trend a livello europeo. E la domanda è in espansione in tutto il mondo. Merito del boom del “superfood” e della medicina antiaging che ne decantano proprietà e benefici di eterna giovinezza. Se ne coltivano 110mila ettari in Cina e in India, 80mila in Iran, 8mila in Turchia, 2mila in Israele, più di 4mila in Spagna e quasi 2mila in Tunisia. Per un totale di tre milioni di tonnellate di frutti. Che, per la maggior parte, viene trasformata in succo. Quello spagnolo dell'azienda Granatumplus è stato premiato come migliore al mondo. In Italia la domanda di melograno della grande distribuzione è tutta coperta dall'importazione.
La produzione italiana riguarda solo il 30% del mercato e rende agli agricoltori tra i 15mila e i 25mila euro ad ettaro. La riscoperta di questo frutto antico e versatile (buccia e membrane, ad esempio, vengono utilizzate come mangimi), rappresenta anche una risposta alla crisi. La cooperativa Kore, start up agricola che associa 28 produttori di melograno in Sicilia (selezionati dal Ministero dell'agricoltura per Expo), ha realizzato un impianto innovativo anche per la trasformazione dei frutti in derivati. Il 16 mesi di attività, con 78 ettari di coltivazioni, è cresciuta del 400%. Il meridione è comunque l'area più vocata: a Grottaglie, in Puglia, Pomgrana è una cooperativa di 50 produttori, fra le più grandi in Europa. Il fondatore è l'israeliano Uzi Cairo (della Cairo & Doutcher). Coltiva le pregiate varietà Wonderfull e Ako, che risultano superiori in termini di pigmentazione e di resa alle coltivazioni americane o israeliane. L'obiettivo è di passare dai 450 ettari coltivati attualmente (la produzione è di 35 tonnellate ad ettaro) a 5mila, contando si gruppi di lavoro in Lazio, Sicilia, Calabria, Basilicata. Intanto si preparano a estrarre direttamente il succo. Nel Centro agroalimentare di Roma (che distribuisce ortofrutta nel Centro Sud), vengono vendute 550 tonnellate di melograno all'anno, valutabili nell'ordine di 1mln e mezzo di euro. Il più caro è l'israeliano: fino 3 euro il kg. Quello nostrano non supera i 2 euro. “L'exploit dei consumi nasce da una nuova attenzione alla salute – afferma Massimo Pallottini, direttore generale del CAR - ma anche da un'intelligente promozione di nuovi gusti che differenzia l'offerta commerciale, senza provocare nei consumatori disaffezione alla frutta tradizionale italiana”.
Fonte: Il Sole 24 ore - Impresa & Territori Agricoltura
Di Donata Marrazzo