Tredici nuove specialità agroalimentari del Lazio sono state riconosciute come prodotti agroalimentari tradizionali dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).
Si tratta di “una notizia di grande interesse – commenta Nicola Tavoletta, commissario regionale Acli Terra del Lazio e presidente provinciale di Latina – che ci fa capire come il percorso della qualificazione del prodotto locale, da Acli Terra portato avanti in questi ultimi anni con il progetto ‘Mangiando si impara’, sia quello giusto. Un trend da migliorare, in vista dell’anno nazionale del cibo italiano promosso per il prossimo anno dal Ministero della cultura”.
I 13 prodotti che hanno ottenuto il marchio di alimenti tradizionali sono: la sambuca vecchia della Ciociara e i frascategli ciociari per la provincia di Frosinone, la bresaola di bufala, la carne di bufala pontina, il carpaccio di bufala, le coppiette affumicate di bufala, la salsiccia di bufala e lo speck di bufala nelle province di Frosinone e Latina, il ciambellone di Sant’Antonio, le serpette di Monte Porzio Catone e le sarzefine di Zagarolo in provincia di Roma, il pomodoro fiaschetta di Fondia Latina, e il cavatello vitorchianese con il finocchietto selvatico in provincia di Viterbo.
Per Agostino Mastrogiacomo, presidente dell’associazione Alba, che riunisce gli allevatori bufalini del Lazio, “questi riconoscimenti debbono essere considerati con favore e inquadrati in una visione che considera il riconoscimento Pat (Prodotti agroalimentari tradizionali) come un punto di partenza e non come unico traguardo di queste ed altre specialità gastronomiche della nostra Regione”.
Non basta fermarsi al marchio – conclude Tavoletta – occorre porre al centro del sistema imprenditoriale agricolo la filiera qualificata che parte dal produttore e passa per l’operatore dell’ospitalità e per l’artigiano
Fonte: Sir