L’anguria è innegabilmente il frutto dell’estate ma non tutti sanno che tantissime delle golose fette che giungono sulle tavole italiane provengono dalle campagne pontine. Un’anguria “made in Latina”. I produttori pontini aspirano ora ad un marchio igp per il cocomero della provincia di Latina e per questo ne richiederanno l’iscrizione nell’atlante regionale dei prodotti tipici del Lazio. Primo passaggio per poi ottenere ü riconoscimento dell’igp da parte dell’Unione Europea. Un iter che potrebbe richiedere un anno di attesa. Ma i produttori pontini hanno pazienza perché sono convinti che il marchio non potrà che portare vantaggi e significherà una maggiore riconoscibilità del prodotto, un vero e proprio valore aggiunto. Se ne è discusso a Sabaudia, nel corso di un incontro organizzato dall’imprenditore ortofrutticolo Claudio Filosa al quale hanno preso parte il professor Giampaolo Cesaretti dell’università Parthenope di Napoli, Giovanni Pica dell’Arsial, il biologo Claudio Brinati.
A breve dovrebbe anche costituirsi un’associazione che raggrupperà i produttori di cocomero dell’Agro Pontino. Sono circa 400 le aziende che, in provincia di Latina, lo producono. Circa 4000 ettari ogni anno vengono coltivati ad angurie. Ne vengono prodotti 700 quintali per ogni ettaro che vengono poi venduti in Italia ed esportati in Nord Europa e soprattutto in Germania. Francia e Inghilterra ma anche in Spagna e Paesi dell’est per un fatturato complessivo di 100 milioni di euro annui. La produzione del cocomero pontino da lavoro ogni stazione a circa 5.000 persone. I cocomeri si piantano tra gennaio e marzo e i frutti si raccolgono da maggio a settembre. Il primo traguardo dovrebbe essere tagliato a dicembre con l’inserimento del cocomero nell’albo dei prodotti tipici del Lazio.
Se l’iter per il riconoscimento del marchio andrà a buon fine la provincia di Latina potrà vantare un altro prodotto igp dopo il kiwi a dimostrazione dell’eccellenza dei prodotti pontini che ogni giorno raggiungono le tavole d’Italia e del resto del mondo grazie all’impegno e ai sacrifici di moltissimi imprenditori agricoli locali. Un marchio che sarà riconoscimento di genuinità, di riconducibilità ad un’area geografica, di garanzia. Un motivo in più di visibilità per l’intero territorio e per tutto il comparto agricolo.
Fonte: Messaggero Latina