C’è l’ingiustizia per 260.000 romani e il costo, invisibile, sulla tavola di tutti gli altri. Il pedaggio su tre caselli nella città di Roma pesa anche sulle tasche dei consumatori. A chiedere la parola, dopo la pubblicazione del nostro articolo (A24, il tronchetto dell’infelicità per 260.000 romani: l’eliminazione del pedaggio salta, l’ingiustizia resta), è il direttore generale del centro agroalimentare, Fabio Massimo Pallottini che parla di “un costo che rischia di essere scaricato sui servizi che offriamo a chi viene a rifornirsi nei nostri mercati”.
Pallottini infatti non pensa solo al pedaggio nel tratto urbano, ma anche agli aumenti all’orizzonte sui pedaggi per chi viene da fuori Roma. Costi su chi si serve al mercato che si ripercuotono, inevitabilmente, sul prodotto finale.
Proviamo a spiegare meglio. Il Car registra ogni anno 1 milione e 300.000 ingressi. Si tratta di venditori e compratori. Il 10% proviene da fuori Roma, “soprattutto dall’Abruzzo”, spiegano da via della Tenuta del Cavaliere. Il resto sono romani. Per raggiungere la struttura bisogna uscire a Settecamini e pagare un euro. Per fare il percorso inverso occorre poi versare un altro euro. Un costo per chi lavora quotidianamente con il Car, nonché ovviamente per i lavoratori fissi della struttura. Un costo che viene poi scaricato dai venditori sui prodotti finali. E per chi viene dall’Abruzzo c’è anche il tema degli aumenti dei pedaggi che rischia di frenare l’appetibilità del mercato della Capitale.
Il direttore generale Pallottini però, a differenza dei residenti, non mette il Comune sul banco degli imputati: “La nostra è una presa di posizione contro il Gestore. Quello di Settecamini è un casello costruito con soldi pubblici – afferma Pallottini – La Strada dei Parchi non è venuta incontro né con una tariffa più bassa, né con una strada alternativa. Noi guardiamo con apprensione all’aumento del pedaggio perché poi rischieremmo di doverlo scaricare sui servizi che offriamo a chi viene a rifornirsi nei nostri mercati”.
Anche per questo il direttore generale del Car vede in Strada dei Parchi il principale interlocutore. “Chiediamo perciò un tavolo di confronto con la Strada dei parchi, quantomeno ci venga riconosciuta almeno una corsia preferenziale al centro della carreggiata, dove il traffico è più spedito”. C’è infatti, oltre al danno pedaggio, anche la beffa di avere un traffico rallentato: “Scontiamo il disservizio principale che scontiamo ogni giorno è percorrere Ponte di Nona e la complanare dopo via Togliatti, spesso sovraccarica fino al Raccordo anulare”.
FONTE: ROMATODAY