Guidonia, 27 agosto 2015. L’uva è forse il frutto che ha distinto la storia di diversi paesi e popoli in epoche lontane tra loro. Infatti è presente in rappresentazioni, mosaici, quadri, sculture e citazioni storiche di tutto il mondo. Sumeri, babilonesi, assiri, egizi e greci se ne nutrivano e ne ricavavano vino. Noè, al termine del diluvio piantò un vitigno per ubriacarsi con il vino ottenuto. Per i romani fu un vero e proprio segno visibile della privilegiata condizione economico-sociale. Insomma, si potrebbe citare l’uva in contesti storici a partire dall’antichità fino ad arrivare ai giorni nostri.
Oggi l’Italia è tra i primi produttori al mondo di uva da tavola e questo soprattutto grazie a regioni come Puglia e Sicilia che da sole forniscono il 90% della produzione nazionale. Ovviamente la coltivazione è diffusa, anche in Sardegna, Basilicata, Abruzzo e Lazio.
Nella nostra regione esistono produzioni sia per quel che riguarda l’uva da tavola che per quella da vino. Zone produttive per l’uva da tavola sono Cerveteri, San Cesareo, Mentana o Tivoli (Roma), Aprilia e Castelforte (Latina), Magliano Sabina (Rieti) ed in provincia di Frosinone Boville Ernica o Monte San Giovanni Campano. Mentre per la coltivazione di uve da vino, spadroneggiano i Colli Albani in provincia di Roma (Frascati, Marino, Rocca di Papa), Montefiascone, Vignanello e Castiglione in Teverina (Viterbo), Terracina e Formia (Latina), Poggio Catino (Rieti), Cassino, Espera e Gallinaro (Frosinone).
Quando si trova
La stagione dell'uva è la tarda estate e l'autunno, nelle altre stagioni si trova uva d’importazione (California e Cile).
Varietà
Nel contesto italiano ci sono più di 300 varietà di uve da vino. Tra i vitigni da uve bianche ricordiamo: Albana, Bombino Bianco, Catarratto; Insolia Bianca, Malvasie, Moscati, Pinot, Prosecco, Rieslings, Tocai Friulano, Trebbiano e Vernaccia. Tra i vitigni da uve rosse citiamo: Aglianico, Barbera, Cabernet, Canaiolo, Cannonau, Dolcetto, Lambrusco, Marzemino, Merlot, Nebbiolo, Pinot Nero e Sangiovese. I principali vitigni ad uva da tavola sono: Alphonse Lavaleé, Baresana, Cardinal, Conegliano, Isabella, Italia, Matilde, Michele Palieri, Moscato d’Adda, Moscato d’Amburgo, Moscato di Terracina, Noah, Perla di Csaba: Pizzutello Bianco, Regina, Regina dei Vigneti, S. Anna di Lipsia, Sultanina Bianca, Victoria, Zibibbo (varietà a duplice attitudine dalla quale si ottengono i famosi passiti di Pantelleria e Siciliani), Schiava, Pause Precoce, Don Mariano, Moscato Giallo, Delizia di Vaprio, Pizzutello Nero. Le uve destinate all'essiccazione devono essere bianche, ad acini uniformi e a grappolo spargo. Tra le varietà di questo gruppo ricordiamo: Perlette, Flame Seedless, Maria Pirovano, Sultanina Bianca e Ruby Seedless.
Come sceglierla e conservarla
Bisogna verificare che gli acini siano ben attaccati al raspo e che siano sodi.
Perché fa bene alla salute
L’uva è ricca in Sali minerali, specialmente calcio e potassio e zuccheri facilmente digeribili, soprattutto fruttosio e glucosio. L'uva passa è ancora più dolce, perché grazie all'eliminazione di gran parte dell'acqua, gli zuccheri sono ancora più concentrati, ma è più calorica. La buccia ed i semi facilitano il passaggio dei cibi nell'intestino e sono utili a chi soffre di stitichezza.
Guidonia, 27 agosto 2015. L’uva è forse il frutto che ha distinto la storia di diversi paesi e popoli in epoche lontane tra loro. Infatti è presente in rappresentazioni, mosaici, quadri, sculture e citazioni storiche di tutto il mondo. Sumeri, babilonesi, assiri, egizi e greci se ne nutrivano e ne ricavavano vino. Noè, al termine del diluvio piantò un vitigno per ubriacarsi con il vino ottenuto. Per i romani fu un vero e proprio segno visibile della privilegiata condizione economico-sociale. Insomma, si potrebbe citare l’uva in contesti storici a partire dall’antichità fino ad arrivare ai giorni nostri.
Oggi l’Italia è tra i primi produttori al mondo di uva da tavola e questo soprattutto grazie a regioni come Puglia e Sicilia che da sole forniscono il 90% della produzione nazionale. Ovviamente la coltivazione è diffusa, anche in Sardegna, Basilicata, Abruzzo e Lazio.
Nella nostra regione esistono produzioni sia per quel che riguarda l’uva da tavola che per quella da vino. Zone produttive per l’uva da tavola sono Cerveteri, San Cesareo, Mentana o Tivoli (Roma), Aprilia e Castelforte (Latina), Magliano Sabina (Rieti) ed in provincia di Frosinone Boville Ernica o Monte San Giovanni Campano. Mentre per la coltivazione di uve da vino, spadroneggiano i Colli Albani in provincia di Roma (Frascati, Marino, Rocca di Papa), Montefiascone, Vignanello e Castiglione in Teverina (Viterbo), Terracina e Formia (Latina), Poggio Catino (Rieti), Cassino, Espera e Gallinaro (Frosinone).
Quando si trova
La stagione dell'uva è la tarda estate e l'autunno, nelle altre stagioni si trova uva d’importazione (California e Cile).
Varietà
Nel contesto italiano ci sono più di 300 varietà di uve da vino. Tra i vitigni da uve bianche ricordiamo: Albana, Bombino Bianco, Catarratto; Insolia Bianca, Malvasie, Moscati, Pinot, Prosecco, Rieslings, Tocai Friulano, Trebbiano e Vernaccia. Tra i vitigni da uve rosse citiamo: Aglianico, Barbera, Cabernet, Canaiolo, Cannonau, Dolcetto, Lambrusco, Marzemino, Merlot, Nebbiolo, Pinot Nero e Sangiovese. I principali vitigni ad uva da tavola sono: Alphonse Lavaleé, Baresana, Cardinal, Conegliano, Isabella, Italia, Matilde, Michele Palieri, Moscato d’Adda, Moscato d’Amburgo, Moscato di Terracina, Noah, Perla di Csaba: Pizzutello Bianco, Regina, Regina dei Vigneti, S. Anna di Lipsia, Sultanina Bianca, Victoria, Zibibbo (varietà a duplice attitudine dalla quale si ottengono i famosi passiti di Pantelleria e Siciliani), Schiava, Pause Precoce, Don Mariano, Moscato Giallo, Delizia di Vaprio, Pizzutello Nero. Le uve destinate all'essiccazione devono essere bianche, ad acini uniformi e a grappolo spargo. Tra le varietà di questo gruppo ricordiamo: Perlette, Flame Seedless, Maria Pirovano, Sultanina Bianca e Ruby Seedless.
Come sceglierla e conservarla
Bisogna verificare che gli acini siano ben attaccati al raspo e che siano sodi.
Perché fa bene alla salute
L’uva è ricca in Sali minerali, specialmente calcio e potassio e zuccheri facilmente digeribili, soprattutto fruttosio e glucosio. L'uva passa è ancora più dolce, perché grazie all'eliminazione di gran parte dell'acqua, gli zuccheri sono ancora più concentrati, ma è più calorica. La buccia ed i semi facilitano il passaggio dei cibi nell'intestino e sono utili a chi soffre di stitichezza.