CAR, feroce aggressione notturna alle guardie di vigilanza: due feriti gravi

    CAR, feroce aggressione notturna alle guardie di vigilanza: due feriti graviarticolo20150714CAR, feroce aggressione notturna alle guardie di vigilanza: due feriti graviGuidonia, 14 luglio 2015. “Neppure al più distaccato giudizio sociologico e al più freddo...carabinieri

    Una trentina di immigrati egiziani con mazze e coltelli hanno assalito otto guardie
    Pallottini: “Ineludibile e indifferibile esigenza d’un posto di polizia sempre attivo”

    Guidonia, 14 luglio 2015. “Neppure al più distaccato giudizio sociologico e al più freddo approccio giornalistico può sfuggire l’esigenza, ineludibile ed indifferibile, di dotare il Centro Agroalimentare Roma di un presidio permanente di Forze dell’Ordine attivo 24 ore su 24 come deterrente che prevenga illeciti e reati, ma pure come braccio per interventi di tempestiva durezza in situazioni gravi, pericolose ed intollerabili come quella di oggi”. E’ indignato e turbato il Direttore generale del CAR, Fabio Massimo Pallottini. Cinque addetti ai Servizi di sicurezza e accoglienza dell’Agromercato sono stati pestati nella la notte. I medici li hanno cuciti con punti a decine fino a 70. Quelli basterebbero come bilancio dei fatti accaduti all’una di notte – la violenta imboscata subita da una pattuglia di dieci unità del Personale di sicurezza del CAR (due guardie private e otto steward) ad opera di una trentina d’immigrati egiziani armati di mazze e coltelli – fuori dal Mercato ittico di via Tenuta del Cavaliere. Cinque (due in modo grave dopo pugnalate e lesioni) i feriti tra i lavoratori di turno nell’Agromercato più grande d’Italia. Otto arrestati tra gli aggressori nordafricani: cinque presi nel luogo del pestaggio dai Carabinieri e altri tre intercettati subito dopo. Nessun dubbio sulla dinamica dei fatti ricostruita dalle testimonianze dei feriti. Gli orologi segnano l’una del 14 luglio quando le guardie giurate, poi raggiunte dagli steward, fermano sei uomini fuori dal Mercato ittico (a quell’ora attivissimo) senza titoli d’accesso. “Siamo pescivendoli venuti a comprare pesce per lavoro”, dicono gli egiziani. Non uno però ha il tesserino magnetizzato, il “badge”, assegnato ai clienti del CAR. Non si discutono situazioni così. Le norme sono chiare. Non consentono equivoci. I sei sono invitati ad andarsene. Poi, instradati con fermezza verso l’uscita. Lì iniziano telefonate eccitate in lingua araba che preludono all’inferno. In un attimo le guardie sono assalite con mazze e lame da una trentina di egiziani con la forza e la precisione di una banda di estorsori o buttafuori. Da un lato ferocia, professionalità dall’altro: confronto breve e intenso. Accorsi sul posto i Carabinieri della Compagnia di Tivoli faticano a sedare lo scontro. Esito finale: 8 gli arresti fra gli egiziani (maggiorenni), 20 e 30 giorni di prognosi ai feriti, raggiunti dai ringraziamenti aziendali: “Né camerieri, né giustizieri, nel nostro personale – spiega Pallottini indignato – ma lavoratori coraggiosi e con prestazioni esemplari, ai quali va il ringraziamento dell’azienda e quello della società civile per la dedizione, la serietà e il coraggio dimostrati, ancora una volta, ancorché in condizioni di lavoro estreme”. 
    Ma per il Direttore generale del CAR, la vicenda non si può considerare conclusa così. Solo pochi giorni fa, da via Tenuta del Cavaliere è partita una sollecitazione diretta in Prefettura per una tempestiva convocazione – la quarta sullo stesso argomento nei dodici anni di attività del CAR – del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, in relazione ai gravi problemi creati dalle continue intrusioni di immigrati egiziani nei viali commerciali del CAR. Solo quindici giorni fa il Prefetto di Roma Franco Gabrielli si è cortesemente prestato su invito dei vertici aziendali a visitare il CAR di persona. E a prendere atto delle criticità organizzative causate dall’impossibilità sostanziale per un’azienda di gestioni manageriali di fronteggiare con i suoi mezzi ordinari gli aspetti più deteriori di una sregolata immigrazione nordafricana, “che – parole di Pallottini – ha fatto del CAR la seconda sponda per i flussi di profughi subito dopo Lampedusa…”. E proprio mentre i consuntivi aziendali del CAR mostrano il precoce avvicinamento ai limiti preventivati per le spese in sicurezza (“già 900 mila euro fino a luglio”, sospira allarmato il Topmanager Pallottini), non arrivano risposte concrete dagli Organismi e dalle Istituzioni che pur hanno ricevuto richieste di attenzione, collaborazione, aiuto. Un esempio è la Direzione provinciale del lavoro (ente che raccoglie l’eredità degli Uffici provinciali del lavoro e si chiama Servizio Ispezioni del Lavoro delle Direzioni provinciali del lavoro). Un altro è l’Autorità garante dei diritti dell’infanzia e della adolescenza. “Inoltriamo documentazioni, compiliamo dossier, firmiamo richieste di intervento conoscitivo, sollecitiamo contatti di lavoro, ma – afferma Pallottini – poi non vediamo un impegno fattivo. E la pur encomiabile prontezza a intervenire delle Forze dell’ordine viene ridotta dall’enorme territorio di competenza e dalle limitate risorse umane e tecniche disponibili”. In queste condizioni difficili, in pieno accordo con le associazioni dei grossisti, da qualche giorno la Direzione del CAR ha inasprito ulteriormente le regole sull’utilizzo delle banchine di Carico e scarico di pertinenza dei box commerciali. “Con una prova di estrema maturità e correttezza – spiega Pallottini – i nostri grossisti hanno accettato di rendersi praticamente garanti di ogni movimentazione di merce avvenga sulle banchine dei loro box. E’ noto a tutti che le infiltrazioni del facchinaggio abusivo nel CAR supportano gli acquirenti (soprattutto rivenditori al dettaglio egiziani provenienti dai mercati rionali) e che i nostri grossisti sono da sempre i primi a denunciare il fenomeno. Ma adesso dovranno combatterlo insieme a noi e soprattutto con le Autorità preposte: ognuno deve fare la sua parte perché si tratta di una vera e propria emergenza che non ammette neutralità…”.

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    CAR, feroce aggressione notturna alle guardie di vigilanza: due feriti graviarticolo20150714CAR, feroce aggressione notturna alle guardie di vigilanza: due feriti graviGuidonia, 14 luglio 2015. “Neppure al più distaccato giudizio sociologico e al più freddo…carabinieri

    Una trentina di immigrati egiziani con mazze e coltelli hanno assalito otto guardie
    Pallottini: “Ineludibile e indifferibile esigenza d’un posto di polizia sempre attivo”

    Guidonia, 14 luglio 2015. “Neppure al più distaccato giudizio sociologico e al più freddo approccio giornalistico può sfuggire l’esigenza, ineludibile ed indifferibile, di dotare il Centro Agroalimentare Roma di un presidio permanente di Forze dell’Ordine attivo 24 ore su 24 come deterrente che prevenga illeciti e reati, ma pure come braccio per interventi di tempestiva durezza in situazioni gravi, pericolose ed intollerabili come quella di oggi”. E’ indignato e turbato il Direttore generale del CAR, Fabio Massimo Pallottini. Cinque addetti ai Servizi di sicurezza e accoglienza dell’Agromercato sono stati pestati nella la notte. I medici li hanno cuciti con punti a decine fino a 70. Quelli basterebbero come bilancio dei fatti accaduti all’una di notte – la violenta imboscata subita da una pattuglia di dieci unità del Personale di sicurezza del CAR (due guardie private e otto steward) ad opera di una trentina d’immigrati egiziani armati di mazze e coltelli – fuori dal Mercato ittico di via Tenuta del Cavaliere. Cinque (due in modo grave dopo pugnalate e lesioni) i feriti tra i lavoratori di turno nell’Agromercato più grande d’Italia. Otto arrestati tra gli aggressori nordafricani: cinque presi nel luogo del pestaggio dai Carabinieri e altri tre intercettati subito dopo. Nessun dubbio sulla dinamica dei fatti ricostruita dalle testimonianze dei feriti. Gli orologi segnano l’una del 14 luglio quando le guardie giurate, poi raggiunte dagli steward, fermano sei uomini fuori dal Mercato ittico (a quell’ora attivissimo) senza titoli d’accesso. “Siamo pescivendoli venuti a comprare pesce per lavoro”, dicono gli egiziani. Non uno però ha il tesserino magnetizzato, il “badge”, assegnato ai clienti del CAR. Non si discutono situazioni così. Le norme sono chiare. Non consentono equivoci. I sei sono invitati ad andarsene. Poi, instradati con fermezza verso l’uscita. Lì iniziano telefonate eccitate in lingua araba che preludono all’inferno. In un attimo le guardie sono assalite con mazze e lame da una trentina di egiziani con la forza e la precisione di una banda di estorsori o buttafuori. Da un lato ferocia, professionalità dall’altro: confronto breve e intenso. Accorsi sul posto i Carabinieri della Compagnia di Tivoli faticano a sedare lo scontro. Esito finale: 8 gli arresti fra gli egiziani (maggiorenni), 20 e 30 giorni di prognosi ai feriti, raggiunti dai ringraziamenti aziendali: “Né camerieri, né giustizieri, nel nostro personale – spiega Pallottini indignato – ma lavoratori coraggiosi e con prestazioni esemplari, ai quali va il ringraziamento dell’azienda e quello della società civile per la dedizione, la serietà e il coraggio dimostrati, ancora una volta, ancorché in condizioni di lavoro estreme”. 
    Ma per il Direttore generale del CAR, la vicenda non si può considerare conclusa così. Solo pochi giorni fa, da via Tenuta del Cavaliere è partita una sollecitazione diretta in Prefettura per una tempestiva convocazione – la quarta sullo stesso argomento nei dodici anni di attività del CAR – del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, in relazione ai gravi problemi creati dalle continue intrusioni di immigrati egiziani nei viali commerciali del CAR. Solo quindici giorni fa il Prefetto di Roma Franco Gabrielli si è cortesemente prestato su invito dei vertici aziendali a visitare il CAR di persona. E a prendere atto delle criticità organizzative causate dall’impossibilità sostanziale per un’azienda di gestioni manageriali di fronteggiare con i suoi mezzi ordinari gli aspetti più deteriori di una sregolata immigrazione nordafricana, “che – parole di Pallottini – ha fatto del CAR la seconda sponda per i flussi di profughi subito dopo Lampedusa…”. E proprio mentre i consuntivi aziendali del CAR mostrano il precoce avvicinamento ai limiti preventivati per le spese in sicurezza (“già 900 mila euro fino a luglio”, sospira allarmato il Topmanager Pallottini), non arrivano risposte concrete dagli Organismi e dalle Istituzioni che pur hanno ricevuto richieste di attenzione, collaborazione, aiuto. Un esempio è la Direzione provinciale del lavoro (ente che raccoglie l’eredità degli Uffici provinciali del lavoro e si chiama Servizio Ispezioni del Lavoro delle Direzioni provinciali del lavoro). Un altro è l’Autorità garante dei diritti dell’infanzia e della adolescenza. “Inoltriamo documentazioni, compiliamo dossier, firmiamo richieste di intervento conoscitivo, sollecitiamo contatti di lavoro, ma – afferma Pallottini – poi non vediamo un impegno fattivo. E la pur encomiabile prontezza a intervenire delle Forze dell’ordine viene ridotta dall’enorme territorio di competenza e dalle limitate risorse umane e tecniche disponibili”. In queste condizioni difficili, in pieno accordo con le associazioni dei grossisti, da qualche giorno la Direzione del CAR ha inasprito ulteriormente le regole sull’utilizzo delle banchine di Carico e scarico di pertinenza dei box commerciali. “Con una prova di estrema maturità e correttezza – spiega Pallottini – i nostri grossisti hanno accettato di rendersi praticamente garanti di ogni movimentazione di merce avvenga sulle banchine dei loro box. E’ noto a tutti che le infiltrazioni del facchinaggio abusivo nel CAR supportano gli acquirenti (soprattutto rivenditori al dettaglio egiziani provenienti dai mercati rionali) e che i nostri grossisti sono da sempre i primi a denunciare il fenomeno. Ma adesso dovranno combatterlo insieme a noi e soprattutto con le Autorità preposte: ognuno deve fare la sua parte perché si tratta di una vera e propria emergenza che non ammette neutralità…”.

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