Catturato a Pescara uno squalo elefante, specie ittica protetta, che grazie ai controlli è stato fermato al CAR.

    Catturato a Pescara uno squalo elefante, specie ittica protetta, che grazie ai controlli è stato fermato al CAR.articolo20131008Catturato a Pescara uno squalo elefante, specie ittica protetta, che grazie ai controlli è stato fermato al CAR.squalo elefante

    Guidonia, 8 ottobre 2013. Catturato fraudolentemente da un pescatore nella marineria di Pescara, uno squalo elefante, specie ittica protetta dalla Convenzione di Washington. L’animale è stato sezionato e privato sia della testa che della coda dal pescatore che ne ha inviato parte ad un “ignaro” operatore ittico del Centro Agroalimentare Roma che lo deteneva così come ricevuto. Nei documenti commerciali e di trasporto, il pescatore aveva indicato irregolarmente il nome di una specie non protetta, ossia squalo manzo -lo squalo capopiatto (Hexanchus griseus) specie non protetta-, e l’operatore ittico del CAR lo deteneva come tale. Purtroppo però la legge, non ammettendo ignoranza, presenterà il conto al venditore del mercato ittico che dovrà dimostrare la sua eventuale buona fede alle Autorità giudiziarie che nel frattempo lo hanno denunciato penalmente. La direzione del Centro Agroalimentare Roma nei giorni precedenti si era già messa a completa disposizione della Dottoressa Simona Clò - Biologa marina e rappresentante per il Mediterraneo dell’IUCN Shark Specialist Group, responsabile scientifico di MedShsarks e del e Settore Conservazione Natura del CTS e che collabora con la Guardia Costiera - la quale era alla ricerca dello squalo partendo dalle segnalazioni della Capitaneria di Porto di Pescara per prelevarne dei campioni per i test del DNA, per la verifica della specie. La stessa Biologa ha affermato: "Una volta ridotto in tranci e privato di testa e pinne, e' difficile anche per un esperto distinguere la specie senza un'analisi di laboratorio". La proprietà del Centro Agroalimentare Roma, che condanna fermamente i fatti sta comunque valutando la possibilità di costituirsi parte civile per i danni di immagine che sta subendo e intraprendere azioni specifiche nei confronti dell’imprenditore ittico interno che, quantomeno, ha operato in maniera poco avveduta.

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    Catturato a Pescara uno squalo elefante, specie ittica protetta, che grazie ai controlli è stato fermato al CAR.articolo20131008Catturato a Pescara uno squalo elefante, specie ittica protetta, che grazie ai controlli è stato fermato al CAR.squalo elefante

    Guidonia, 8 ottobre 2013. Catturato fraudolentemente da un pescatore nella marineria di Pescara, uno squalo elefante, specie ittica protetta dalla Convenzione di Washington. L’animale è stato sezionato e privato sia della testa che della coda dal pescatore che ne ha inviato parte ad un “ignaro” operatore ittico del Centro Agroalimentare Roma che lo deteneva così come ricevuto. Nei documenti commerciali e di trasporto, il pescatore aveva indicato irregolarmente il nome di una specie non protetta, ossia squalo manzo -lo squalo capopiatto (Hexanchus griseus) specie non protetta-, e l’operatore ittico del CAR lo deteneva come tale. Purtroppo però la legge, non ammettendo ignoranza, presenterà il conto al venditore del mercato ittico che dovrà dimostrare la sua eventuale buona fede alle Autorità giudiziarie che nel frattempo lo hanno denunciato penalmente. La direzione del Centro Agroalimentare Roma nei giorni precedenti si era già messa a completa disposizione della Dottoressa Simona Clò – Biologa marina e rappresentante per il Mediterraneo dell’IUCN Shark Specialist Group, responsabile scientifico di MedShsarks e del e Settore Conservazione Natura del CTS e che collabora con la Guardia Costiera – la quale era alla ricerca dello squalo partendo dalle segnalazioni della Capitaneria di Porto di Pescara per prelevarne dei campioni per i test del DNA, per la verifica della specie. La stessa Biologa ha affermato: "Una volta ridotto in tranci e privato di testa e pinne, e' difficile anche per un esperto distinguere la specie senza un'analisi di laboratorio". La proprietà del Centro Agroalimentare Roma, che condanna fermamente i fatti sta comunque valutando la possibilità di costituirsi parte civile per i danni di immagine che sta subendo e intraprendere azioni specifiche nei confronti dell’imprenditore ittico interno che, quantomeno, ha operato in maniera poco avveduta.

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