Cocomero

    CocomeroCocomeroCocomero

    Caratteristiche
    Il cocomero è una “bacca” (frutto polposo, con buccia sottile e strato intermedio e più interno, carnosi e succosi), che ha una buccia più o meno striata, sotto la quale c’è uno strato bianco non commestibile. La polpa costituisce la parte edule e può assumere, in funzione della “cultivar” (diverse varietà coltivate), una colorazione, che va dal giallo chiaro fino al rosso scuro. Il cocomero, detto anche anguria o “melone d’acqua”, originario dei Paesi dell’Africa tropicale, fa la sua comparsa circa 2.000 anni fa, nel mondo greco-romano, mentre nel resto dell’Europa si diffonde intorno al 1000 d.c., al tempo delle crociate.

    Quando si trova
    Da luglio a settembre.

    Varietà
    Da circa 10 anni, in Italia s’impiegano cocomeri di patrimonio genetico d’origine americana, di cui l’80% sono “ibridi” (incroci artificiali) F1: Crimson, Miyako (produzioni precoci), Sugar Baby (destinate all’export) e Seedless (prive di semi). Ultimamente sono state avviate delle sperimentazioni sulla minianguria: Lilliput F1, Red Charm, Yellow Cutie, Ingrid, WM LS 021 e Mini Crimson.

    Come sceglierlo e conservarlo
    Per stabilire se il cocomero è maturo, bisogna sentire, se battendo il frutto con le nocche delle dita, si ottiene un suono cupo e sordo, oppure vedere se la buccia ha un colore vivace, caratteristico della varietà, in alternativa, si può provare a graffiare via un po' di buccia con un'unghia: se si stacca con facilità, il cocomero è maturo al punto giusto. E’ bene consumarlo velocemente e non conviene congelare il frutto, perché la consistenza, dopo lo scongelamento, è pessima.

    Perché fa bene alla salute
    La polpa del cocomero è formata per il 95% d’acqua, è povera di grassi ed ha un basso contenuto di zuccheri (4%). Contiene vitamine A e C e sali minerali quali potassio, sodio e fosforo. In genere, si pensa che il cocomero sia un frutto indigesto, ma questo può attribuirsi al suo notevole contenuto idrico, che diluisce fortemente i succhi gastrici ed all’abitudine a consumarla molto fredda, quando si è accaldati, con effetto tipico delle bibite ghiacciate. È un alimento voluminoso, che soddisfa il senso di sazietà abbastanza a lungo e per questo, è consigliato nelle diete dimagranti, in sostituzione di qualche pasto. La sua polpa croccante e dissetante si presta alla preparazione di frullati privi di zucchero, utili anche per gli effetti diuretici, lassativi e disintossicanti. I semi non vanno ingeriti, perché hanno un alto potere lassativo, a causa dei glucosidi contenuti nella parte legnosa, anche se ultimamente si trovano in commercio alcune varietà di cocomero (angurie Seedless) prive di semi.

    Nel Lazio
    Grosse produzioni di cocomero alle quali è riconosciuta una qualità indubbiamente alta si effettuano nella Maremma laziale: precisamente nelle zone costiere di Tarquinia e dintorni (Viterbo), aree talmente vocate a questa coltura, da essere sede di sperimentazione regionale sulla cosiddetta “mini-anguria”. Non sono meno importanti, però, le coltivazioni di cocomero effettuate nell’area di Aprilia (Latina), di Cisterna e più in generale nelle campagne dell’Agro Pontino, come pure nell’’isola di Ponza (Latina).

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    Caratteristiche
    Il cocomero è una “bacca” (frutto polposo, con buccia sottile e strato intermedio e più interno, carnosi e succosi), che ha una buccia più o meno striata, sotto la quale c’è uno strato bianco non commestibile. La polpa costituisce la parte edule e può assumere, in funzione della “cultivar” (diverse varietà coltivate), una colorazione, che va dal giallo chiaro fino al rosso scuro. Il cocomero, detto anche anguria o “melone d’acqua”, originario dei Paesi dell’Africa tropicale, fa la sua comparsa circa 2.000 anni fa, nel mondo greco-romano, mentre nel resto dell’Europa si diffonde intorno al 1000 d.c., al tempo delle crociate.

    Quando si trova
    Da luglio a settembre.

    Varietà
    Da circa 10 anni, in Italia s’impiegano cocomeri di patrimonio genetico d’origine americana, di cui l’80% sono “ibridi” (incroci artificiali) F1: Crimson, Miyako (produzioni precoci), Sugar Baby (destinate all’export) e Seedless (prive di semi). Ultimamente sono state avviate delle sperimentazioni sulla minianguria: Lilliput F1, Red Charm, Yellow Cutie, Ingrid, WM LS 021 e Mini Crimson.

    Come sceglierlo e conservarlo
    Per stabilire se il cocomero è maturo, bisogna sentire, se battendo il frutto con le nocche delle dita, si ottiene un suono cupo e sordo, oppure vedere se la buccia ha un colore vivace, caratteristico della varietà, in alternativa, si può provare a graffiare via un po' di buccia con un'unghia: se si stacca con facilità, il cocomero è maturo al punto giusto. E’ bene consumarlo velocemente e non conviene congelare il frutto, perché la consistenza, dopo lo scongelamento, è pessima.

    Perché fa bene alla salute
    La polpa del cocomero è formata per il 95% d’acqua, è povera di grassi ed ha un basso contenuto di zuccheri (4%). Contiene vitamine A e C e sali minerali quali potassio, sodio e fosforo. In genere, si pensa che il cocomero sia un frutto indigesto, ma questo può attribuirsi al suo notevole contenuto idrico, che diluisce fortemente i succhi gastrici ed all’abitudine a consumarla molto fredda, quando si è accaldati, con effetto tipico delle bibite ghiacciate. È un alimento voluminoso, che soddisfa il senso di sazietà abbastanza a lungo e per questo, è consigliato nelle diete dimagranti, in sostituzione di qualche pasto. La sua polpa croccante e dissetante si presta alla preparazione di frullati privi di zucchero, utili anche per gli effetti diuretici, lassativi e disintossicanti. I semi non vanno ingeriti, perché hanno un alto potere lassativo, a causa dei glucosidi contenuti nella parte legnosa, anche se ultimamente si trovano in commercio alcune varietà di cocomero (angurie Seedless) prive di semi.

    Nel Lazio
    Grosse produzioni di cocomero alle quali è riconosciuta una qualità indubbiamente alta si effettuano nella Maremma laziale: precisamente nelle zone costiere di Tarquinia e dintorni (Viterbo), aree talmente vocate a questa coltura, da essere sede di sperimentazione regionale sulla cosiddetta “mini-anguria”. Non sono meno importanti, però, le coltivazioni di cocomero effettuate nell’area di Aprilia (Latina), di Cisterna e più in generale nelle campagne dell’Agro Pontino, come pure nell’’isola di Ponza (Latina).

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