DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE. L’AZIENDA ARCANGELI AL CENTRO AGROALIMENTARE ROMA

VALTER_E_IVANO

Guidonia, 5 aprile 2017. Prosegue il nostro giro di interviste nel Centro Agroalimentare. Oggi è il turno del Mercato Ortofrutticolo. Dobbiamo dire che l’idea di intervistare un giovane imprenditore la “covavamo” da tempo e pensa che ti ripensa siamo approdati allo stand 93 del settore Ovest, dove abbiamo incontrato Ivano (nella foto insieme al papà Valter), un ragazzo di soli 28 anni … a parlarci ne dimostra di più, a guardarlo ne dimostra di meno. Fate voi.

Dopo averci accolto con molta disponibilità ed averci fatto fare il giro panoramico della sua Azienda butta un occhio all’orologio e quindi capiamo che non è il caso di indugiare oltre. Qui il “tempo è denaro”.

Lo convinciamo a darci del “tu”

ROMPIAMO IL GHIACCIO (SI FA PER DIRE). LA TUA SQUADRA DEL CUORE?

Neanche a dirlo, la Roma!

FIGLIO UNICO?

No, ho una sorella più grande Noemi.

LAVORA QUI CON TE?

No, è una ballerina di danza classica professionista.  Però quando non è impegnata, specie durante le vacanze estive, viene a Roma dall’Emilia dove vive abitualmente e mi viene ad aiutare. I miei genitori vanno in vacanza, lei svolge il lavoro di mia mamma ed io faccio la mia parte e quella di papà.

CHE MONDO E’ QUESTO? FIGLI CHE AIUTANO I PADRI, SORELLE CHE AIUTANO I FRATELLI … EDMONDO DE AMICIS AVREBBE DI CHE SCRIVERE …

E’ così davvero. Si tratta di un’attività che ti assorbe al 100% e se non la ami al 100% i conti non tornano.

SCUSAMI MA HO PERSO IL FILO DELLE DOMANDE CHE AVEVO PREPARATO … MI RICOMPONGO. TORNIAMO A TE. SEI QUI PER CASO?

No, assolutamente. Quando ancora frequentavo la scuola mi piaceva venire d’estate qui con mio padre. Lo aiutavo e mi guadagnavo qualche soldo per le vacanze. Già da piccolo andavo ai vecchi Mercati di Via Ostiense. Non ho mai avuto dubbi sul mio futuro. Stare sui libri non è che mi piacesse tantissimo, mentre invece ero impaziente di iniziare a lavorare con papà stabilmente.  Terminate le superiori mi sono detto pronto. Unirmi al gruppo era quanto più di ogni altra cosa desiderassi.

DI QUALE GRUPPO PARLI?

Del gruppo di famiglia a cominciare da mio nonno Alvaro, mio zio Fabrizio, mio papà Valter e mia mamma. Mancavo solo io.

IL TUO PRIMO IMPEGNO?

Naturalmente oltre a continuare ad imparare ho immediatamente messo a frutto le competenze di un giovane neo diplomato. Ho ideato un sito internet aziendale ed ho avviato la promozione attraverso i canali social.

NEL MENTRE TUO PAPA’ TI GUARDAVA DIVERTITO E TI LASCIAVA FARE?

Si e no, perché anche lui si è sempre speso per migliorare l’Azienda e le scelte assunte in questo senso le ha comunque volute condividere. Ad esempio abbiamo voluto realizzare due nuove celle oltre quelle in dotazione, i soppalchi per lo stoccaggio, l’impianto di raffreddamento ad acqua ed ancora siamo in continua evoluzione. Investire sulla propria attività è indispensabile. Questa lezione l’ho appresa da papà. Il merito è tutto suo.

E’ UNA DOMANDA CHE FACCIAMO SPESSO A CHI HA POTUTO VIVERE LA REALTA’ DELL’OSTIENSE. COSA RICORDI DI QUEL MERCATO, COSA VI SIETE PORTATI IN VALIGIA E COSA AVETE LASCIATO?

Non si possono paragonare le due realtà. Di Ostiense, ma ero anche un bambino, ricordo i colori, gli odori, le grida, le battute tra gli operatori che erano in larga maggioranza italiani. Molti clienti vivevano e lavoravano nel quartiere. Mi divertivo davvero tanto. L’atmosfera era coinvolgente. Tutto questo lo abbiamo dovuto lasciare. La realtà odierna è figlia dei tempi, della globalizzazione e di un mondo che è diventato cosmopolita. Anche gli spazi sono cambiati. Ad Ostiense lavoravamo 5 mila colli, oggi ne lavoriamo 30 mila. Lo stesso comparto della produzione è cambiato profondamente. Il trasferimento ha portato con sé dei sacrifici, specie in termini di costi da affrontare, che però, grazie al coraggio di papà, abbiamo affrontato tutti insieme e volentieri. Una cosa però in valigia l’abbiamo messa, la cura ed il rispetto del cliente, la cui fisionomia nei tempi è comunque molto cambiata.

PARLI DEL CLIENTE FINALE?

Si, che poi è il cliente dei nostri acquirenti. Prima se in una cassetta di mele ce ne erano una o due un po’ ammaccate nessuno si lamentava, perché al mercato trovavi a chi venderle. C’era molto meno spreco. Con un frutto ammaccato ci si faceva un dolce, la marmellata. Non si buttava nulla. Adesso invece in una padella tutte le mele devono essere perfette. Se il cliente arriva a fidarsi di te come Azienda diventerà un buon cliente. Si instaura un rapporto di fiducia professionale.

QUESTA TUA SAGGEZZA E “MATURA” ESPERIENZA CI IMPONE UN’ALTRA DOMANDA. COSA NE PENSI DELLA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE ALL’ACQUISTO “CUOR DI CAR” PROMOSSA DA CAR?

E’ una bella iniziativa, però ancora non ho ben percepito il rapporto tra impegni ed obiettivi. Vorrei capirne di più.

QUESTA E’ UNA TIRATA DI ORECCHIE ALLA SOCIETA’ …

Con tutto il rispetto! La questione dei controlli è fondamentale e non comprendo chi pensa che se ne possa fare a meno. Il rispetto della sicurezza a vantaggio della qualità, non solo del prodotto ma dell’intero Centro, può rappresentare un vantaggio in termini di crescita professionale. Proporrei di allargare il diametro dei controlli a 360°.

Ivano butta di nuovo un occhio all’orologio. Il nostro tempo è scaduto. Il gruppo deve posizionarsi ai nastri di partenza. Alle 11.00 iniziano a lavorare sugli ordini ed alle 12.00 il Mercato apre agli acquirenti. Del resto ci ha dedicato un’ora e non ci possiamo lamentare. Una stretta di mano cordiale, così come è stato durante l’intervista, ed un arrivederci. Mentre usciamo dallo stand ci fermiamo a salutare papà Valter. Fiero di questo figlio, come è giusto che sia, ci confida che ha fatto di tutto per non farlo venire a lavorare al CAR.  Non perché fosse una deminutio capitis, ma perché è un lavoro duro ed anche impegnativo, che comporta molti sacrifici di cui alcuni non proprio adatti ad un giovane di venti anni. C’è anche che oltre alla maturità, alla competenza ed alla professionalità ci vuole anche un’altra cosa, una virtù, la più perfetta tra tutte: l’umiltà, perché i soldi nel cassetto possono dare alla testa.

Valter può stare sereno. Non è riuscito nell’impresa di tenere lontano Ivano dal CAR, ma per il resto ha vinto, ha stravinto insieme a suo figlio e noi gli facciamo, tutti insieme, i nostri più sinceri complimenti.

UFFICIO SVILUPPO