La prestigiosa reputazione tecnologica e organizzativa del CAR è arrivata fin a Cuba
Roma, 12 giugno 2015. Cuba chiama Italia. Roma risponde all’Avana. E il CAR assicura collaborazione e assistenza ad “El Trigal” – mercado mayorista della Habana – ben contento di aiutar la crescita dell’agromercato all’ingrosso della capitale cubana in una fase di laboriosa e non facile evoluzione dell’economia socialista isolana. Niente svolte, né tantomeno smentite, del modello castrista di società e dei suoi principi economici. Ma un aggiustamento, un’assestatina, una razionalizzazione, una modernizzazione, che diano risposte più efficienti e funzionali ai cubani, soprattutto nei servizi. Che cosa esattamente sarà chiesto al Car e in quali termini potrà avere luogo un aiuto o una collaborazione tra il Car e “El Tigral” è ancora tutto da decidere. E non è detto che l’intesa (finora solo prefigurata) riguarderà esclusivamente l’agromercato creato e aperto a Cuba tre anni fa con 292 spazi per piccoli produttori in 16.000 metri quadri nel quartiere Boyeros. Dopo un duplice sopralluogo nel Car – condotto da parte cubana dai signori Idalberto Capote Hurtado (Direttore dei Rapporti internazionali del Ministero dell’Agricoltura) e Frank Castaneda Santalla (già leader storico dei raccoglitori agricoli della Union de Acopio, Presidente del Gruppo Agricola e inviato dal Ministro dell’Agricoltura) con le signore Marcela Diaz Rodriguez (Direttrice della innovazione scientifica e tecnologica presso il Ministero dell’Agricoltura) ed Isamary Gonzales Jover (Consigliere economico e commerciale dell’Ambasciata romana di Cuba) – gli ospiti caraibici tra l’11 e il 12 giugno hanno precisamente annotato i possibili ambiti di collaborazione, i settori di intervento comune, le problematiche da affrontare seguendo le esperienze del Car e risolvere applicando soluzioni positivamente applicate sulla via Tiburtina. Ma se a riguardo del mercato “El Trigal” le autorità cubane stanno cercando soluzioni alla piaga dei troppi intermediari, ai prezzi ancora troppo elevati, alla scarsa redditività che rimene ai coltivatori e alla inevitabile necessità di introdurre tecnologie nelle filiere, alla difficile suddivisione delle produzioni fra le destinazioni degli hotel internazionali, del consumo interno, delle esportazioni, non è affatto detto che sarà questo e solo questo il terreno sul quale verrà messo alla prova a Cuba il “Modello Car”. In Italia sta infatti decollando presso un ente promotore dell’internazionalizzazione un viaggio di lavoro a Cuba guidato dai Ministeri degli Affari Esteri e dello Sviluppo, che porterà sull’isola caribica ai primi di luglio le più rappresentative associazioni di impresa italiane: dalla Confindustria all’Abi e dall’Unioncamere all’Alleanza delle cooperative per intervenire ad esempio sui settori che sembrano definiti su misura del Car: costruzioni ed infrastrutture, agricoltura e trasformazioni alimentari. Inutile precisare che all’Havana un intervento del Car a favore delle reti distributive alimentari sarebbe accolto a braccia aperte da tutti.
La prestigiosa reputazione tecnologica e organizzativa del CAR è arrivata fin a Cuba
Roma, 12 giugno 2015. Cuba chiama Italia. Roma risponde all’Avana. E il CAR assicura collaborazione e assistenza ad “El Trigal” – mercado mayorista della Habana – ben contento di aiutar la crescita dell’agromercato all’ingrosso della capitale cubana in una fase di laboriosa e non facile evoluzione dell’economia socialista isolana. Niente svolte, né tantomeno smentite, del modello castrista di società e dei suoi principi economici. Ma un aggiustamento, un’assestatina, una razionalizzazione, una modernizzazione, che diano risposte più efficienti e funzionali ai cubani, soprattutto nei servizi. Che cosa esattamente sarà chiesto al Car e in quali termini potrà avere luogo un aiuto o una collaborazione tra il Car e “El Tigral” è ancora tutto da decidere. E non è detto che l’intesa (finora solo prefigurata) riguarderà esclusivamente l’agromercato creato e aperto a Cuba tre anni fa con 292 spazi per piccoli produttori in 16.000 metri quadri nel quartiere Boyeros. Dopo un duplice sopralluogo nel Car – condotto da parte cubana dai signori Idalberto Capote Hurtado (Direttore dei Rapporti internazionali del Ministero dell’Agricoltura) e Frank Castaneda Santalla (già leader storico dei raccoglitori agricoli della Union de Acopio, Presidente del Gruppo Agricola e inviato dal Ministro dell’Agricoltura) con le signore Marcela Diaz Rodriguez (Direttrice della innovazione scientifica e tecnologica presso il Ministero dell’Agricoltura) ed Isamary Gonzales Jover (Consigliere economico e commerciale dell’Ambasciata romana di Cuba) – gli ospiti caraibici tra l’11 e il 12 giugno hanno precisamente annotato i possibili ambiti di collaborazione, i settori di intervento comune, le problematiche da affrontare seguendo le esperienze del Car e risolvere applicando soluzioni positivamente applicate sulla via Tiburtina. Ma se a riguardo del mercato “El Trigal” le autorità cubane stanno cercando soluzioni alla piaga dei troppi intermediari, ai prezzi ancora troppo elevati, alla scarsa redditività che rimene ai coltivatori e alla inevitabile necessità di introdurre tecnologie nelle filiere, alla difficile suddivisione delle produzioni fra le destinazioni degli hotel internazionali, del consumo interno, delle esportazioni, non è affatto detto che sarà questo e solo questo il terreno sul quale verrà messo alla prova a Cuba il “Modello Car”. In Italia sta infatti decollando presso un ente promotore dell’internazionalizzazione un viaggio di lavoro a Cuba guidato dai Ministeri degli Affari Esteri e dello Sviluppo, che porterà sull’isola caribica ai primi di luglio le più rappresentative associazioni di impresa italiane: dalla Confindustria all’Abi e dall’Unioncamere all’Alleanza delle cooperative per intervenire ad esempio sui settori che sembrano definiti su misura del Car: costruzioni ed infrastrutture, agricoltura e trasformazioni alimentari. Inutile precisare che all’Havana un intervento del Car a favore delle reti distributive alimentari sarebbe accolto a braccia aperte da tutti.