Nel mondo, si vendono più mele che arance, segnando uno storico sorpasso

    Nel mondo, si vendono più mele che arance, segnando uno storico sorpassoarticolo20140417Nel mondo, si vendono più mele che arance, segnando uno storico sorpassoGrafico mele e arance

    Guidonia, 17 aprile 2014.  Da un articolo del Corriere della Sera, che a sua volta ha ripreso un servizio da The Economist, sembra che, a livello mondiale, le vendite delle mele hanno superato quelle delle arance. Il merito di questo sorpasso è da attribuire alla Cina. Sarebbero infatti i cinesi i maggiori produttori di mele al mondo ad aver impresso l'accelerata. Sui circa 70 milioni di tonnellate di mele prodotte nel mondo, ne coltivano almeno la metà. Incrementando il consumo interno, sulla base di campagne governative che invitano i cittadini a condurre una vita più sana e mangiare correttamente e con un export aggressivo, soprattutto sui nuovi mercati come quello russo e del Medio Oriente, hanno permesso questo storico dato. Al contrario la produzione di agrumi avrebbe segnato il passo. Per The Economist il motivo è in parte dovuto al calo del consumo dei succhi di arancia in America, il 40% in meno negli ultimi 15 anni.

    Il dato dovrebbe interessare non poco i nostri produttori. L'Italia infatti è assieme all'India uno dei maggiori consumatori di mele pro capite ed esporta quasi il 50 per cento della produzione totale (circa 2 milioni di tonnellate). In realtà a sentire Luca Granata, direttore generale del consorzio Melinda, quella di The Economist è una notizia che va interpretata. «Il mercato può variare da un anno all'altro e dipende da molti fattori. Se in una stagione in Brasile piove più del dovuto si può avere una contrazione della produzione delle arance. Da noi come in tutta Europa il trend dei consumi di frutta è in calo da una decina di anni. Questo vale per mele, banane, arance e pere che fanno il 90% della frutta consumata. In più non ci sono dati statistici capaci di fotografare con precisione il mercato mondiale. Se si vuole fare un confronto tra mele e arance, l'andamento deve essere misurato su un decennio».

    La verità secondo Granata è che nonostante le numerose campagne sui benefici che deriverebbe da un maggior consumo di frutta, vincono i prodotti a base di carboidrati e grassi. «Una barretta di cioccolato con nocciole è molto più buona di una mela. Diciamo la verità, non c'è confronto».

    Eppure l'Italia ancora tiene: da noi ogni persona mangia in media 15 chili di mele l'anno (due a settimana). In Germania sono 10, in Francia 8, negli Stati Uniti appena cinque. L'Italia condivide con l'India il maggior consumo pro capite di mele. Stranamente, dice Granata, da noi non vanno i succhi di mele. Gli italiani rispetto ad altri Paesi europei ne bevono poco». Vincono le mele sulle arance anche in Italia? «Siamo lì, non ci sono variazioni se non che i consumi di entrambi sono in calo. E questo purtroppo non dipende dalla crisi economica. Si mangia meno frutta comunque, anche se il prezzo al chilo diminuisce».

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    Nel mondo, si vendono più mele che arance, segnando uno storico sorpassoarticolo20140417Nel mondo, si vendono più mele che arance, segnando uno storico sorpassoGrafico mele e arance

    Guidonia, 17 aprile 2014.  Da un articolo del Corriere della Sera, che a sua volta ha ripreso un servizio da The Economist, sembra che, a livello mondiale, le vendite delle mele hanno superato quelle delle arance. Il merito di questo sorpasso è da attribuire alla Cina. Sarebbero infatti i cinesi i maggiori produttori di mele al mondo ad aver impresso l'accelerata. Sui circa 70 milioni di tonnellate di mele prodotte nel mondo, ne coltivano almeno la metà. Incrementando il consumo interno, sulla base di campagne governative che invitano i cittadini a condurre una vita più sana e mangiare correttamente e con un export aggressivo, soprattutto sui nuovi mercati come quello russo e del Medio Oriente, hanno permesso questo storico dato. Al contrario la produzione di agrumi avrebbe segnato il passo. Per The Economist il motivo è in parte dovuto al calo del consumo dei succhi di arancia in America, il 40% in meno negli ultimi 15 anni.

    Il dato dovrebbe interessare non poco i nostri produttori. L'Italia infatti è assieme all'India uno dei maggiori consumatori di mele pro capite ed esporta quasi il 50 per cento della produzione totale (circa 2 milioni di tonnellate). In realtà a sentire Luca Granata, direttore generale del consorzio Melinda, quella di The Economist è una notizia che va interpretata. «Il mercato può variare da un anno all'altro e dipende da molti fattori. Se in una stagione in Brasile piove più del dovuto si può avere una contrazione della produzione delle arance. Da noi come in tutta Europa il trend dei consumi di frutta è in calo da una decina di anni. Questo vale per mele, banane, arance e pere che fanno il 90% della frutta consumata. In più non ci sono dati statistici capaci di fotografare con precisione il mercato mondiale. Se si vuole fare un confronto tra mele e arance, l'andamento deve essere misurato su un decennio».

    La verità secondo Granata è che nonostante le numerose campagne sui benefici che deriverebbe da un maggior consumo di frutta, vincono i prodotti a base di carboidrati e grassi. «Una barretta di cioccolato con nocciole è molto più buona di una mela. Diciamo la verità, non c'è confronto».

    Eppure l'Italia ancora tiene: da noi ogni persona mangia in media 15 chili di mele l'anno (due a settimana). In Germania sono 10, in Francia 8, negli Stati Uniti appena cinque. L'Italia condivide con l'India il maggior consumo pro capite di mele. Stranamente, dice Granata, da noi non vanno i succhi di mele. Gli italiani rispetto ad altri Paesi europei ne bevono poco». Vincono le mele sulle arance anche in Italia? «Siamo lì, non ci sono variazioni se non che i consumi di entrambi sono in calo. E questo purtroppo non dipende dalla crisi economica. Si mangia meno frutta comunque, anche se il prezzo al chilo diminuisce».

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