I grossisti del Car alla riscossa con una diversificazione dei fornitori e con importazioni
Con strategie adeguate le aziende dell’Agromercato rassicurano clienti e consumatori
Roma, 10 gennaio 2017. “E’ in momenti difficili come questi, che una struttura così grande con un’organizzazione così avanzata e imprenditori così competitivi come quelli del Car dimostra la sua efficienza e la sua utilità agli esperti, agli operatori economici, ai politici e alle famiglie di consumatori>. Come topmanager del Centro Agroalimentare Roma, Fabio Massimo Pallottini sfida le difficoltà che il gelo ha riversato sulla filiera con una dichiarazione d’intenti simile al motto dei “Blues Brothers”: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. E quanto sia duro il gioco di squadra concordato da grossisti e management dell’Agromercato contro la penuria di ortaggi bruciati dalla ferocia del clima ed i rincari degli scarsi volumi sopravvissuti, si capisce dalla grinta e dall’uniformità di vedute di una “alleanza contro il gelo”. Oggi, grossisti, management e operatori dei servizi del Car hanno cercato di rassicurare i clienti della rete distributiva al dettaglio – mercati rionali, frutterie, supermarket, ipermercati, discount, minimarket – evitando di dar corpo ad eventuali tensioni al rialzo dei prezzi in arrivo dai campi e da produttori messi in crisi dal gelo. “Nel Car solo gli ortaggi sono venuti meno e neppure tutti – garantisce il grossista Riccardo Pompei della associazione di categoria “Laica Confcommercio” – e prima di inventare romanzi sulla scomparsa della zucchina, posso testimoniare di averne comprate a 3,10 al chilo, che ieri non sono riuscito a rivendere a 3,50. Mancando le forniture da Abruzzi e Puglie, finocchi, fogliame e ortaggi del Lazio si sono apprezzati all’origine. Ma complice “l’imbruttimento” di carciofi e puntarelle, ci sono stati pure ribassi”. Insomma, al Car i grossisti – non pochi discendenti da nonni, bisnonni e trisavoli grossisti – ci tengono a non sembrare tutte vittime condannate e rassegnate. “Ogni azienda ha la sua strategia in queste fasi difficili – rivela Pompei – e si diversificano le linee di fornitura. Cioè, alle aziende dalle quali ci si rifornisce di solito se ne aggiungono altre, attive in zone diverse da quelle colpite dal maltempo. Quel che manca si importa dall’estero, pur a prezzi un po’ più alti. Pomodori e peperoni di Sicilia però ci sono. La frutta c’è e degli agrumi solo i clementini hanno subito minirincari”. Se i grossisti resistono al gelo e contrattaccano con strategie adeguate, il management si rivolge ai consumatori: “Se non c’è qualche ortaggio al mercato – propone Pallottini su imbeccata del suo Ufficio Studi – è facile sostituirlo con prodotti simili e più economici. Se la zucchina rincara, compriamo cavoli verza e melanzane. Se i fagiolini rincarano, hanno le stesse proprietà (sali minerali, vitamine, antiossidanti, fitosteroli, acido folico) piselli e radicchi. E se il gelo brucia e annerisce i broccoli, restano cavoli, carote, rape”.