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20 Gennaio 2017

Ittico 22 marzo 2016

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Ortofrutta 20 marzo 2016

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Saper acquistare il pesce giusto per non incorrere in spiacevoli sorprese.

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Guidonia, 19 maggio 2016. La Repubblica ha pubblicato un interessantissimo articolo su che quali tipi di pesce consumare e perché. Oltre ai normali consigli sul consumo e sugli apporti benefici sul corpo umano di proteine e di acidi grassi omega 3, si invita a fare attenzione a che tipo di pesce acquistare. Si, perché non tutti i pesci sono uguali. Infatti l'Aha, l'associazione dei cardiologi americani (American Heart Association) raccomanda di consumare soprattutto i più grassi, come salmone, sgombro, aringa, trota, sardine e tonnetti, mettendo in guardia da quelli di grandi dimensioni, come tonno, pescespada, squalo (smeriglio, mako, verdesca, canesca), per il rischio di residui di mercurio, diossina, e altri contaminanti ambientali. Come se non bastassero i metalli pesanti, il settore è scosso da una serie di furberie, truffe e frodi che fanno disperare i produttori onesti e annichiliscono i consumatori, magari non esperti, che tremano ogni volta che si ritrovano a dover scegliere il pesce. E che, per questo, secondo il rapporto lsmea sui consumi, ricorrono sempre più alla grande distribuzione, dove si sentono forse più tutelati. Sempre più spesso, infatti, anche a causa delle richieste insensate dei consumatori, ci si può trovare di fronte a imbrogli e frodi: tonno in cui il colore è stato esaltato con monossido di carbonio (vietato), filetti di pesce o anche cefalopodi (polpi, calamari, totani) trattati con polifosfati che trattengono l'acqua e dunque pesano di più. Salvo poi "sgonfiarsi" durante la cottura. O solfiti aggiunti ai gamberi per non far annerire la testa. L'ultimo caso che ha provocato proteste tra gli addetti ai lavori, una petizione di Eurofishmarket e un'interrogazione alla Commissione Europea è quello dello sbiancamento con acqua ossigenata (che già si usa per la trippa) per seppie, calamari, totani e polpi. Perché il consumatore vuole vederli bianchi candidi. Fino a pochi mesi fa l'utilizzo di acqua ossigenata era vietato, una circolare di due mesi fa del ministero della Salute ha invece reso la pratica legale. Un paradosso per più ragioni: la percentuale massima autorizzata di acqua ossigenata è dell’8 per cento, ma non c'è alcuno strumento che riesca a rilevarla. E inoltre non c'è obbligo di dichiararla. Quindi un danno per i produttori che decidono di non ricorrere al maquillage, ma anche per i consumatori, che non sanno se il prodotto che acquistano è trattato oppure no. «L'acqua ossigenata si utilizza per polpi, calamari, seppie e totani - premette Valentina Tepedino, veterinaria specializzata in prodotti ittici e direttrice di Eurofishmarket - ma sappiamo che si usa anche su pesci interi, poiché dà una colorazione più lucente in quelli con livrea argentea e cancella un po' anche l'odore. Quindi migliora l'aspetto, e attrae il consumatore meno esperto. Il fatto che non sia rilevabile da nessun laboratorio però è una presa in giro per i produttori che decidono di non usare espedienti. E peri consumatori, che non hanno modo di saperlo. Inoltre, non ci sono ricerche che dimostrino il non impatto di questo trattamento». Ma l'acqua ossigenata non è l'unico sistema truffaldino per cambiare aspetto o peso del pesce. Il monossido di carbonio, per esempio, si usa per mantenere e aumentare il colore. «Si utilizza soprattutto per pesce spada e tonno perché dà un rosso vivo anche con minime dosi - continua Tepedino - non è tossico, ma non è neanche legale. E non viene più cercato. Purtroppo siamo invasi da prodotti di qualità scarsissima, decongelati e ipertrattati. E se non c'è ordine, sul mercato vincono i peggiori». Tra i peggiori ci sono anche i trattamenti con i polifosfati, che trattengono l'acqua, aumentando il peso anche del 20 per cento. «Si usa soprattutto sui filetti di pesce - racconta l'esperta - ma l'abbiamo rilevato nei cefalopodi, dove l'aumento di peso arriva anche al 50 per cento, nelle sogliole e persino in pesci scadenti come il pangasio. Purtroppo il consumatore non ha modo di saperlo, se non cuocendo il pesce, perché se ne ritrova la metà». E racconta della fiera di Bruxelles, la più grande in Europa, dove i produttori orientali forniscono le schede dei prodotti in vendita con prezzi che diminuiscono all'aumentare degli additivi utilizzati. O delle glassature per i prodotti congelati. «Già il 10 per cento è sufficiente a proteggere dalle scottature del freddo - conclude Tepedino - ma alcune arrivano al 60 e perfino al 70 per cento. L'Italia è uno dei paesi più controllati per la salute, ma per la frode commerciale siamo molto arretrati e mancano le metodiche di controllo. Eppure non sono meno importanti».

Fonte: La Repubblica - ELVIRA NASELLI

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20 Gennaio 2017

Ortofrutta 06 maggio 2016

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20 Gennaio 2017

Al CAR il Sechuan Buttons, il fiore elettrico che dà la scossa in bocca!

Al CAR il Sechuan Buttons, il fiore elettrico che dà la scossa in bocca!articolo20160601Al CAR il Sechuan Buttons, il fiore elettrico che dà la scossa in bocca!Fiore Elettrico

Guidonia, 28 maggio 2016. Impreziosiscono pietanze e rendono più belli e colorati i piatti che vengono serviti in tavola. Alla presenza di fiori nelle ricette di grandi chef, siamo piuttosto abituati. Ma chi ha avuto modo di assaggiare i fiori eduli o commestibili, sa che il loro contributo gusto-olfattivo non è così rilevante. Ora però si sta man mano diffondendo l’utilizzo in cucina di un fiore che già viene utilizzato nei cocktail e che dopo pochi secondi averlo masticato, ci lascia quantomeno a bocca aperta. Infatti passeggiando tra le aziende del Centro Agroalimentare Roma, tra le centinaia di prodotti ortofrutticoli più o meno comuni, ci incuriosisce una scatolina tonda e trasparente, contenente appunto una trentina di Sechuan Buttons o Fiore elettrico. Non potevamo esimerci dall’assaggiarlo! Una volta messo in bocca, ci lascia tutto sommato indifferenti. Ma dopo poco tempo, comincia a rilasciare delle sensazioni che vanno da una sorta di scossa elettrica a basso voltaggio ad una sensazione di frizzante sulla punta della lingua; poi queste sensazioni cominciano ad espandersi in tutta la bocca; si intorpidiscono le guance e si comincia a produrre una quantità di saliva incredibile che non cenna a smettere se non dopo qualche minuto. Ma al termine di questi effetti, tra lo stupore e le facce divertite, ciò che rimane è una pulizia della bocca davvero sorprendente. Quindi, per chi volesse stupire e divertire o dare semplicemente una scossa ai propri piatti, il fiore elettrico è quello giusto!

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