Consigli per gli acquisti: Funghi belli e buoni

Di autunno cadono le foglie, si raccolgono le castagne e si acquistano i funghi. Con il bel tempo di questi giorni potremmo anche decidere di procedere con l’essiccatura al sole, una pratica tanto antica quanto salutare per tenere di scorta il profumo ed il sapore di questi pregiati organismi per tante buone ricette durante l’inverno.

Per utilizzare i funghi secchi è sufficiente lasciarli in ammollo in acqua ben calda per circa 30 minuti e poi cucinarli come se fossero freschi.

Di funghi commestibili ce ne sono molti. Ricordiamo le specie più comuni con i loro nomi “volgari”: prataioli, pioppini, chiodini, famigliola, prugnolo, gallinaccio, steccherino, verdone e tanti altri ancora. Ricordiamo che per poter andare nel bosco a cogliere i funghi epigei, oltre che adottare tutte le precauzioni del caso e saperli riconoscere, bisogna munirsi dell’apposito “titolo” secondo quanto regolamentato dalla Legge sul territorio regionale di pertinenza.

Volendo procedere con l’acquisto quali precauzioni dobbiamo adottare?

Il nostro collega agronomo consiglia di comprare solo funghi spontanei certificati dai micologi della Asl e preferibilmente nei nostri negozi di fiducia.

I funghi spontanei infatti possono risultare rischiosi se acquistati incautamente da venditori non autorizzati e per i quali è difficile avere contezza della provenienza. A causa del clima particolarmente asciutto e caldo i funghi spontanei nazionali sono introvabili. In condizioni climatiche abituali questa è la stagione degli ovoli e dei finferli o chiodini che si prestano ad essere conservati in barattolo sott’olio previa bollitura. L’acquisto di prodotto secco o surgelato deve essere infine particolarmente cauto e sempre successivo alla lettura delle informazioni riportate in etichetta. Di funghi secchi se ne trovano anche provenienti dalla Cina e dal Sud Africa.

Quelli attualmente in commercio sono porcini provenienti dall’est Europa e, con un discreto rapporto di qualità prezzo, possiamo acquistare in particolare quelli provenienti dalla Romania e dalla Polonia.

Sui galletti invece la qualità non risulta ancora eccellente.

C’è da dire che l’importazione avviene nel rispetto di leggi che garantiscono qualità e sicurezza a tutela del consumatore.

Rispetto alla produzione autoctona quali evidenti differenze?

L’evidenza maggiore è il prezzo che risulta inferiore rispetto al prodotto italiano certamente meno diffuso.

Il porcino italiano ha un costo pari a circa 25-35 euro al chilo mentre quello straniero può essere reperito anche a 15 euro. Certamente sono buoni ma il profumo e la consistenza, nonché ovviamente la freschezza del prodotto italiano è superiore.

Se persistono queste temperature sarà inoltre naturale una tendenza al rialzo dei prezzi.

UFFICIO SVILUPPO DI CAR