Guidonia, 2 marzo 2016. La barbabietola rossa o rapa rossa appartiene alla specie beta vulgaris, e ne esistono diverse varietà, da orto, da foraggio, destinate all'alimentazione del bestiame o quelle da zucchero. Dato che si tratta di un prodotto coltivato e diffuso su tutto il territorio nazionale (generalmente raccolta in estate tra giugno e fine agosto), in ogni regione viene nominata in maniera differente, quindi non è difficile sentirla chiamare carota rossa, barba rossa o con altri nomi tipici dialettali. Comunque la si voglia chiamare, la barbabietola rossa, è facilmente riconoscibile. La sua forma tondeggiante con una piccola radichetta rossa, ma soprattutto il suo inconfondibile colore rosso (più o meno intenso, tendente al viola o anche al bianco) dovuto alla betanina.
Tra le varietà di rapa rossa più conosciute e coltivate, ci sono la barbabietola Nera piatta egiziana, caratterizzata da un colore molto scuro, la varietà Detroit, molto diffusa negli Usa, la varietà tonda di Chioggia, originaria dell’Italia e nota perché presenta, una volta tagliata, anelli bianchi e rossi.
Lo sviluppo delle colture di barbabietola è strettamente legato alla scoperta dello zucchero che se ne può estrarre.
Nel XVII secolo l'agronomo francese Olivier de Serres annotò che la barbabietola cotta produce un succo simile allo sciroppo di zucchero, ma questa affermazione non ebbe seguito.
Finalmente nel 1747 il chimico prussiano Andreas Sigismund Marggraf dimostrò che i cristalli dal sapore dolce ricavati dal succo di barbabietola erano gli stessi che si ottenevano dalla canna da zucchero, ma non andò oltre. Fu un suo allievo, Franz Karl Achard, che cominciò a produrre commercialmente lo zucchero, aprendo una prima fabbrica nel 1801 a Cunern, nella Bassa Slesia (al tempo regione prussiana, oggi in Polonia).
Ai primi dell'Ottocento, comunque, lo zucchero di canna era ancora diffusissimo. Ma le guerre napoleoniche, con il blocco dell'importazione dello zucchero di canna (1806), fecero sì che la sperimentazione sulle barbabietole procedesse più speditamente, finché nel 1811 alcuni scienziati francesi mostrarono a Napoleone dei panetti di zucchero estratto da barbabietola: l'imperatore ne ordinò la coltivazione (su ben 320 km² di terreno) e, grazie anche all'intervento del finanziere ed imprenditore Benjamin Delessert, che aprì in Francia il primo stabilimento ove si estraeva lo zucchero dalla barbabietola con il metodo di Achard opportunamente perfezionato, nel giro di pochi anni sorsero più di 300 fabbriche di zucchero da barbabietola in tutta Europa.
Oggi l'Europa coltiva 120 milioni di tonnellate di barbabietole e produce 16 milioni di tonnellate di zucchero bianco; la Francia e la Germania sono i maggiori produttori ma, eccettuato il Lussemburgo, tutti i paesi dell'Unione europea estraggono zucchero dalle barbabietole in quantità tale da soddisfare il 90% del fabbisogno.
In Italia la barbabietola viene coltivata dalla fine del XVII secolo, specialmente nella valle padana e nelle province di Ferrara e di Rovigo.
La rapa rossa si può mangiare sia cruda (in insalata con olio e limone) sia cotta (lessata, saltata in padella o cotta in forno). In genere, in commercio nei supermercati, è facile reperire delle confezioni sottovuoto di rape rosse semicotte. Se si dovesse optare per l’acquisto del prodotto fresco, si deve fare attenzione nel scegliere una radice soda e non troppo grande. In frigorifero si può conservare a lungo, da alcuni giorni a svariate settimane. Si può conservare anche congelandola, ma solo dopo averla fatta bollire per qualche minuto.
Come quasi per tutti gli ortaggi e le verdure in genere, la rapa rossa da cruda mantiene più sostanze nutritive, e può essere consumata dopo essere stata affettata o grattugiata.
Proprietà salutari
Tutti i tipi di barbabietola hanno proprietà antiossidanti e inoltre è ricca di zuccheri, sali minerali e vitamine ed altre sostanze utili. Per di più alla barbabietola si attribuiscono proprietà dietetiche (una rapa rossa è costituita all’incirca per il 91 per cento da acqua, e contiene 20 kcal e 84 kj per etto) e salutari: assorbe le tossine dalle cellule e ne facilita l'eliminazione, è depurativa, mineralizzante, antisettica, ricostituente, favorisce la digestione, stimola la produzione di bile e rafforza la mucosa gastrica, cura le anemie, le infezioni del sistema cerebrale, stimola la produzione dei globuli rossi, scioglie i depositi di calcio nei vasi sanguigni e ne impedisce l'indurimento, infine stimola il sistema linfatico.
È necessario ricordare però che il ferro vegetale è di più difficile assimilazione di quello animale, ed è utile consumare i vegetali che contengono ferro insieme a succo di limone, che ne facilita l’assimilazione. Le controindicazioni riguardano chi soffre di gastrite; inoltre contiene zuccheri, per cui chi soffre di diabete dovrebbe valutarne l’opportunità di assunzione. Attenzione anche alla presenza di calcio, per chi ha problemi di calcoli renali.
Guidonia, 19 maggio 2016. La Repubblica ha pubblicato un interessantissimo articolo su che quali tipi di pesce consumare e perché. Oltre ai normali consigli sul consumo e sugli apporti benefici sul corpo umano di proteine e di acidi grassi omega 3, si invita a fare attenzione a che tipo di pesce acquistare. Si, perché non tutti i pesci sono uguali. Infatti l'Aha, l'associazione dei cardiologi americani (American Heart Association) raccomanda di consumare soprattutto i più grassi, come salmone, sgombro, aringa, trota, sardine e tonnetti, mettendo in guardia da quelli di grandi dimensioni, come tonno, pescespada, squalo (smeriglio, mako, verdesca, canesca), per il rischio di residui di mercurio, diossina, e altri contaminanti ambientali. Come se non bastassero i metalli pesanti, il settore è scosso da una serie di furberie, truffe e frodi che fanno disperare i produttori onesti e annichiliscono i consumatori, magari non esperti, che tremano ogni volta che si ritrovano a dover scegliere il pesce. E che, per questo, secondo il rapporto lsmea sui consumi, ricorrono sempre più alla grande distribuzione, dove si sentono forse più tutelati. Sempre più spesso, infatti, anche a causa delle richieste insensate dei consumatori, ci si può trovare di fronte a imbrogli e frodi: tonno in cui il colore è stato esaltato con monossido di carbonio (vietato), filetti di pesce o anche cefalopodi (polpi, calamari, totani) trattati con polifosfati che trattengono l'acqua e dunque pesano di più. Salvo poi "sgonfiarsi" durante la cottura. O solfiti aggiunti ai gamberi per non far annerire la testa. L'ultimo caso che ha provocato proteste tra gli addetti ai lavori, una petizione di Eurofishmarket e un'interrogazione alla Commissione Europea è quello dello sbiancamento con acqua ossigenata (che già si usa per la trippa) per seppie, calamari, totani e polpi. Perché il consumatore vuole vederli bianchi candidi. Fino a pochi mesi fa l'utilizzo di acqua ossigenata era vietato, una circolare di due mesi fa del ministero della Salute ha invece reso la pratica legale. Un paradosso per più ragioni: la percentuale massima autorizzata di acqua ossigenata è dell’8 per cento, ma non c'è alcuno strumento che riesca a rilevarla. E inoltre non c'è obbligo di dichiararla. Quindi un danno per i produttori che decidono di non ricorrere al maquillage, ma anche per i consumatori, che non sanno se il prodotto che acquistano è trattato oppure no. «L'acqua ossigenata si utilizza per polpi, calamari, seppie e totani - premette Valentina Tepedino, veterinaria specializzata in prodotti ittici e direttrice di Eurofishmarket - ma sappiamo che si usa anche su pesci interi, poiché dà una colorazione più lucente in quelli con livrea argentea e cancella un po' anche l'odore. Quindi migliora l'aspetto, e attrae il consumatore meno esperto. Il fatto che non sia rilevabile da nessun laboratorio però è una presa in giro per i produttori che decidono di non usare espedienti. E peri consumatori, che non hanno modo di saperlo. Inoltre, non ci sono ricerche che dimostrino il non impatto di questo trattamento». Ma l'acqua ossigenata non è l'unico sistema truffaldino per cambiare aspetto o peso del pesce. Il monossido di carbonio, per esempio, si usa per mantenere e aumentare il colore. «Si utilizza soprattutto per pesce spada e tonno perché dà un rosso vivo anche con minime dosi - continua Tepedino - non è tossico, ma non è neanche legale. E non viene più cercato. Purtroppo siamo invasi da prodotti di qualità scarsissima, decongelati e ipertrattati. E se non c'è ordine, sul mercato vincono i peggiori». Tra i peggiori ci sono anche i trattamenti con i polifosfati, che trattengono l'acqua, aumentando il peso anche del 20 per cento. «Si usa soprattutto sui filetti di pesce - racconta l'esperta - ma l'abbiamo rilevato nei cefalopodi, dove l'aumento di peso arriva anche al 50 per cento, nelle sogliole e persino in pesci scadenti come il pangasio. Purtroppo il consumatore non ha modo di saperlo, se non cuocendo il pesce, perché se ne ritrova la metà». E racconta della fiera di Bruxelles, la più grande in Europa, dove i produttori orientali forniscono le schede dei prodotti in vendita con prezzi che diminuiscono all'aumentare degli additivi utilizzati. O delle glassature per i prodotti congelati. «Già il 10 per cento è sufficiente a proteggere dalle scottature del freddo - conclude Tepedino - ma alcune arrivano al 60 e perfino al 70 per cento. L'Italia è uno dei paesi più controllati per la salute, ma per la frode commerciale siamo molto arretrati e mancano le metodiche di controllo. Eppure non sono meno importanti».
Fonte: La Repubblica - ELVIRA NASELLI
Guidonia, 28 maggio 2016. Impreziosiscono pietanze e rendono più belli e colorati i piatti che vengono serviti in tavola. Alla presenza di fiori nelle ricette di grandi chef, siamo piuttosto abituati. Ma chi ha avuto modo di assaggiare i fiori eduli o commestibili, sa che il loro contributo gusto-olfattivo non è così rilevante. Ora però si sta man mano diffondendo l’utilizzo in cucina di un fiore che già viene utilizzato nei cocktail e che dopo pochi secondi averlo masticato, ci lascia quantomeno a bocca aperta. Infatti passeggiando tra le aziende del Centro Agroalimentare Roma, tra le centinaia di prodotti ortofrutticoli più o meno comuni, ci incuriosisce una scatolina tonda e trasparente, contenente appunto una trentina di Sechuan Buttons o Fiore elettrico. Non potevamo esimerci dall’assaggiarlo! Una volta messo in bocca, ci lascia tutto sommato indifferenti. Ma dopo poco tempo, comincia a rilasciare delle sensazioni che vanno da una sorta di scossa elettrica a basso voltaggio ad una sensazione di frizzante sulla punta della lingua; poi queste sensazioni cominciano ad espandersi in tutta la bocca; si intorpidiscono le guance e si comincia a produrre una quantità di saliva incredibile che non cenna a smettere se non dopo qualche minuto. Ma al termine di questi effetti, tra lo stupore e le facce divertite, ciò che rimane è una pulizia della bocca davvero sorprendente. Quindi, per chi volesse stupire e divertire o dare semplicemente una scossa ai propri piatti, il fiore elettrico è quello giusto!
Guidonia, 23 maggio 2016. Avrà un respiro euro-mediterraneo la Conferenza mondiale dei Mercati che si svolgerà a Roma nel maggio del 2017. Italmercati, che ha aderito al WUWM (World Union of Wholesale Markets) nel novembre 2015 insieme al Centro Agroalimentare di Roma, affronterà già dal prossimo Comitato di gestione una riflessione sul contributo da dare a un evento che porterà al centro dell’attenzione internazionale il sistema italiano dei Mercati e che vedrà a Roma, per tre giorni, la presenza di 400 delegati da tutto il mondo.
“La proposta di ospitare a Roma la Conferenza del maggio 2017 è stata approvata all’unanimità dal Board of Directors del WUWM lo scorso 19 maggio a Lublino e nello stesso momento in cui firmavo la convenzione che ci impegna ad essere gli organizzatori dell’evento pensavo a come valorizzare al meglio questa grande opportunità coinvolgendo i colleghi di Italmercati. Roma è al centro del Mediterraneo. Oggi quest’area affronta svolte epocali. Il commercio e i servizi ad esso collegati sono un elemento essenziale dell’economia e possono dare un contributo. In quest’ambito i Mercati, non solo quelli italiani, ma anche quelli di altri Paesi come la Spagna, possono rappresentare un modello di crescita e indicare strade di collaborazione per lo sviluppo. La Conferenza di Roma non potrà trascurare questo aspetto”.
Lo afferma Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati Rete d'Imprese e amministratore del CAR, al rientro dalla Conferenza del WUWM che si è svolta in Polonia dal 18 al 20 maggio scorsi, organizzata dal Mercato di Lublino in collaborazione con l’Unione polacca dei Mercati all'Ingrosso. L’organizzazione della Conferenza dell’anno prossimo spetta, per regolamento del WUWM, al Mercato della città ospitante e quindi al CAR di Roma che però dovrà contare sulla fondamentale collaborazione di Italmercati. “Una presenza importante dei Mercati italiani, a partire dai Mercati della Rete - sottolinea Pallottini - sarà fondamentale fin dalla fase preliminare. La Conferenza sarà un’occasione imperdibile, infatti, per porre all’attenzione internazionale il modello Italmercati e per calarlo in particolare nell’area del Mediterraneo”.
A Lublino Pallottini ha avuto colloqui con i rappresentanti spagnoli, francesi e dell’Est Europeo. La Conferenza del WUWM ha permesso al presidente di Italmercati di riprendere con il presidente dell’Unione dei Mercati dell’Ucraina, Roman Fedyshyn, la discussione, avviata lo scorso febbraio a Berlino, che dovrebbe portare entro la prossima estate alla firma di un accordo di massima (memorandum of understanding) teso a incrementare lo scambio di informazioni e know-how tra i Mercati associati e a sviluppare i rapporti commerciali. L’Ucraina - ha detto Fedyshyn a Pallottini - vorrebbe fare dell’Italia il suo partner privilegiato nel commerciale ortofrutticolo. Italmercati lavorerà fin dalle prossime settimane a mettere l’ipotesi di accordo nero su bianco.
Guidonia, 6 maggio 2016. Dopo Roma, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Bologna e Verona, anche Cagliari da oggi fa ufficialmente parte della Rete d’Imprese Italmercati. L’annuncio è stato dato al termine del Comitato di Gestione svoltosi nel pomeriggio a Verona, a margine di Frui&tVeg System, dal presidente Fabio Massimo Pallottini: “Abbiamo ritenuto di accettare in Italmercati questo grande mercato regionale, forte di 70 operatori, che ci aveva chiesto lo scorso aprile di aderire alla Rete. E penso che la soddisfazione sia reciproca. Il Mercato di Sestu, che movimenta in un anno oltre 150 mila tonnellate di ortofrutta, ed ha una gestione completamente privata, è infatti un altro tassello di un disegno nazionale che deve portare la nostra Rete ad essere il vero baricentro del sistema mercatale italiano, che oggi ha bisogno di farsi conoscere e riconoscere per quello che vale, una realtà fondamentale della filiera agroalimentare e ortofrutticola in particolare. Siamo entrati nel WUWM, siamo entrati nel CSO, intendiamo essere e siamo una realtà aggregante e propositiva. La realtà dei Mercati italiani va razionalizzata e semplificata, bisogna aggregare. Cagliari, che per il 50% vive di traffici regionali ma che per il restante 50% è interessato a flussi commerciali nazionali e internazionali, rappresenta un’ulteriore tappa significativa in questa direzione”.
Il Comitato di Italmercati, nella riunione veronese, ha toccato anche altri argomenti. Tra questi, la relazione del presidente sull’incontro avvenuto all’Ufficio centrale dell’Agenzia delle Entrate sull’IMU. Il vicedirettore generale dell’Agenzia, Gabriella Alemanno, ha chiesto a Italmercati di ricevere una ‘fotografia’ della situazione dei vari Mercati della Rete come premessa alla predisposizione di un provvedimento ad hoc. “E’ stata una riunione positiva - ha commentato Pallottini -, stiamo portando all’evidenza il concetto che i Mercati svolgono una funzione di pubblica utilità e in quanto tali le aree interessate dalle loro attività vanno esentate dall’IMU”. Italmercati predisporrà al più presto la documentazione richiesta.
Guidonia, 24 maggio 2016. Siamo lieti comunicarVi che è disponibile, per una eventuale locazione, uno stand all’interno del Centro Agroalimentare Roma.
Più precisamente è in corso di restituzione lo stand n. 77 all’interno del Mercato Ortofrutticolo.
Qualora foste interessati alla locazione, dovrete far pervenire formale manifestazione di interesse entro e non oltre il termine di lunedì 20 giugno 2016.
La locazione dello stand avverrà, ad insindacabile giudizio della società di gestione, a seguito della valutazione della seguente documentazione che vorrete inoltrarci assieme alla manifestazione di interesse e precisamente:
1) documentazione comprovante l’assenza di atti pregiudizievoli a carico dell’azienda, dei soci e/o degli esponenti della stessa quali Amministratori, Direttori e Procuratori, (per esempio a titolo esemplificativo e non esaustivo: protesti, istanze di fallimento, pignoramenti, procedure esecutive mobiliari ed immobiliari ecc.);
2) certificato penale del Rappresentante legale, degli Amministratori e dei soci persone fisiche;
3) autocertificazione della comunicazione antimafia relativa agli esponenti aziendali;
4) bilancio aziendale depositato relativo all’ultimo anno e volume di affari degli ultimi tre anni;
5) eventuale certificazione di qualità aziendale;
6) descrizione della tipologia della clientela e della struttura merceologica del fatturato;
7) eventuali referenze bancarie;
8) per le aziende già titolari di un contratto di locazione presso il Mercato ortofrutticolo del Centro Agroalimentare Roma si richiede di specificare se trattasi di eventuale stand aggiuntivo o sostitutivo.
Il prezzo minimo di locazione mensile per lo stand suddetto è pari ad € 2.115,00 + IVA oltre spese comuni generali pari ad € 1.710,00 + IVA. Sul suddetto importo relativo al canone di locazione dovrà pervenire, assieme alla documentazione di cui sopra, offerta vincolante in aumento.
LE OFFERTE ECONOMICHE SOPRA INDICATE DOVRANNO ESSERE CONSEGNATE TASSATIVAMENTE IN BUSTA CHIUSA, SEPARATA DAL RESTO DELLA DOCUMENTAZIONE.
Le suddette modalità dovranno essere osservate anche da tutti coloro che avessero già avanzato richieste di assegnazione stand per via ordinaria, inviando lettere o raccomandate postali, richieste che non potranno essere prese in considerazione se non reiterate seguendo le modalità stesse.
Alla presente manifestazione possono concorrere sia le aziende grossiste che le aziende agricole. Per queste ultime è fatto obbligo consegnare il fascicolo aziendale dell’iscrizione AGEA e la presentazione di un fatturato non inferiore ai 60.000 euro annui. Per le aziende grossiste il fatturato minimo non dovrà essere inferiore ai 2.000.000 di euro annui. Non saranno prese in considerazione manifestazioni di interesse in modalità accorpata presso uno stesso stand.
Eventuali situazioni aziendali che non dovessero ricadere nelle casistiche sopra indicate saranno comunque affrontate e valutate in sede di Comitato Operativo.
Si evidenzia inoltre che non saranno accolte richieste da parte di aziende interne al Centro già titolari di stand in virtù di contratti di affitto di ramo d’azienda in vigore, fatta salva la contestuale trasformazione del suddetto rapporto di affitto in cessione di ramo d’azienda o fatta salva la risoluzione del predetto contratto di affitto di ramo d’azienda con il conseguente ripristino della situazione contrattuale originaria.
Per ogni ulteriore informazione si può contattare il Dr. Massimo Antonioni dell’Ufficio Commerciale al n. di tel. 06.6050 1201 – fax 06. 6050 1276 – dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 18,00. Indirizzo e. mail: m.antonioni@agroalimroma.it.
Tutte le informazioni sul Centro Agroalimentare Roma, nonché i regolamenti immobiliari e commerciali del Centro sono consultabili sul sito internet www.agroalimroma.it.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 19 dicembre 2014, ha provveduto a deliberare la nuova composizione dell'Organismo di Vigilanza in forma collegiale nominando Presidente il dott. Giovanni Mottura già Organo Responsabile della prevenzione e corruzione, nonchè Organo Responsabile della trasparenza ed integrità (D. Lgs 33/2013 e D. Lgs 39/2013). Il compenso per l'anno 2015 ammonta ad € 12.000,00. Membro interno dell'Organismo di Vigilanza dott.ssa Doriana Ciambruschini.